Peste suina: incontro tra sindaci e Asl alla Comunità montana Vallo di Diano

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Peste suina: incontro tra sindaci e Asl alla Comunità montana Vallo di Diano

Si è parlato di Peste Suina Africana ieri sera a Padula presso la sede della Comunità montana Vallo di Diano. I quindici sindaci del comprensorio, hanno ascoltato le autorità sanitarie competenti invitate dal presidente Francesco Cavallone e dagli assessori Antonio Pagliarulo e Gaetano Spano.

Hanno esposto la problematica Nicola Cestaro, dirigente della U.O.S.D. Veterinaria – Area interdistrettuale n. 71 e n. 72 (Sapri/Camerota – Sala Consilina/Polla) presso l’Asl Salerno, e Francescantonio D’Orilia, dirigente veterinario della U.O.S.D. Interdistrettuale 71-72.

I due dirigenti hanno sottolineato l’importanza di non sottovalutare il rischio rappresentato dall’epidemia. Rischio esclusivamente per gli animali, dal punto di vista sanitario, ma economico per gli uomini. Basti pensare che nelle regioni di inizio del contagio, soprattutto Piemonte e Liguria, l’abbattimento e distruzione massivo dei capi di bestiame sta portando a danni per milioni di euro al mese, mettendo in ginocchio la filiera della trasformazione di carni e salumi suini.

“Siamo in una fase iniziale” sintetizza al termine della Conferenza dei Sindaci Francesco Cavallone “Seguiamo le indicazioni delle autorità sanitarie nella speranza si possa contenere il contagio della patologia. Per il momento ci stiamo riuscendo, tutte le decisioni sulle zone rosse prese sono soprattutto precauzionali”.

È importante evitare le zone maggiormente frequentate dai cinghiali in questa fase. Chi lo dovesse fare, deve igienizzare le scarpe con detergenti secondo le linee guida sanitarie. “Stiamo prestando la massima attenzione alle zone montane ma anche in città, facendo attenzione a seguire le precauzioni contro la diffusione del contagio”.

“Bisogna agire tempestivamente, per evitare di causare un danno serio al settore dell’allevamento suinicolo, molto importante nel Vallo di Diano” conclude Cavallone “L’attenzione deve essere massima da parte di tutti perché oggi le nostre zone rurali, montuose, collinari o pianeggianti che siano, sono tutte abitate. L’uomo può essere il vettore, ripetiamo: senza rischi sanitari, ma con grave pregiudizio per gli allevamenti”.

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