Politica in saldo: alleanze, promesse e la grande fuga degli elettori

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Politica in saldo: alleanze, promesse e la grande fuga degli elettori

Mentre si avvicina la data di presentazione delle liste elettorali, fervono i preparativi, si tessono e si disfano alleanze, si chiudono accordi, si ribaltano schieramenti, in nome di un posto sicuro per il tanto agognato seggio.
Un rito stantìo e ripetitivo, tra le cause della inesorabile disaffezione del corpo elettorale, con una astensione dal voto che ormai rasenta il 50% degli aventi diritto.

In una democrazia matura la campagna elettorale dovrebbe rappresentare un momento di verifica di quanto realizzato nelle consiliature o nelle legislature precedenti, secondo un vecchio principio secondo cui la politica è quell’attività che intercorre tra una campagna elettorale ed un’altra.
Da troppo tempo, invece, la propaganda ha occupato tutti gli spazi della politica, orfana dei partiti storici, degli uffici studi, delle discussioni sui programmi veri.

Occorrerebbe quindi che ogni candidato cambiasse il copione, almeno in un aspetto.
Non più quello delle facili promesse elettorali, puri esercizi di onanismo politico, destinati a rimanere nel campo delle buone intenzioni.

Sarebbe ora di illustrare quello che si è prodotto, almeno negli ultimi cinque anni, non solo per i consiglieri regionali uscenti, quanto pure per gli ex sindaci, per i consiglieri comunali e provinciali, per i parlamentari, per i candidati provenienti dalla società civile, dal sindacato, dalle professioni.
Un modo cristallino per conoscere cosa hanno fatto, proposto, rivendicato e difeso nei vari settori che hanno impattato sui territori.

Proprio nel Cilento, mentre si chiudevano reparti ed ospedali, tribunali ed uffici postali, si effettuavano una serie di tagli nelle opere stradali e, addirittura, si progettava una nuova linea ferroviaria, pensata proprio per aggirare la terra di Parmenide.

Un’operazione verità oggi è irrinunciabile. Una sorta di “curriculum vitae” per ogni candidato, rivelerebbe chi ha veramente a cuore le sorti di questa terra bella e bistrattata.
Dove spesso proprio i rappresentanti del popolo sono stati i peggiori nemici del Cilento, arrivando a voltarsi da un altro lato, pur di mantenere cariche e privilegi.

Fare un passo del genere restituirebbe dignità alla politica, offesa e vilipesa da pifferai ed opportunisti, avvicinando i cittadini all’impegno ed alla militanza, ridotta ai minimi termini da decenni di incuria e di sciatteria verso i problemi reali.

Non ci sono altre strade: per salvare la politica occorre solamente praticarla seriamente, con esempi concreti ed un impegno costante, evitando gli spot autocelebrativi e le fasulle promesse elettorali, che hanno il sapore di una cambiale che non verrà mai pagata da nessuno.

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