L’intelligenza artificiale non è solo uno strumento tecnologico, ma sempre più spesso diventa materia creativa. Tra i protagonisti di questo nuovo panorama c’è Refik Anadol, artista e designer turco-americano considerato uno dei pionieri della “data-art”: un linguaggio visivo in cui algoritmi, dati e immagini generate da sistemi di IA si trasformano in installazioni immersive.
Anadol da anni lavora sulla relazione tra l’uomo, l’architettura e i flussi di dati che attraversano il nostro quotidiano. La sua idea è semplice e allo stesso tempo rivoluzionaria: trasformare l’invisibile in esperienza estetica. Attraverso modelli di machine learning addestrati su archivi visivi, fotografie, opere d’arte o dati meteorologici, costruisce veri e propri paesaggi digitali che si muovono e si trasformano in tempo reale.
Uno dei suoi progetti più noti è “Unsupervised”, presentato al Museum of Modern Art di New York. L’opera utilizza l’IA per reinterpretare, in modo autonomo, oltre due secoli di opere presenti nelle collezioni del museo. Il risultato è una sequenza continua di forme, texture e cromie che somiglia a un “sogno digitale” dell’istituzione culturale: un MoMA che immagina se stesso attraverso l’intelligenza artificiale.
Le installazioni di Anadol sono caratterizzate da superfici monumentali, proiezioni architettoniche e ambienti immersivi in cui lo spettatore è avvolto da un flusso visivo in costante mutamento. L’artista afferma spesso che la sua ricerca si basa su una domanda essenziale: cosa potrebbe creare una macchina se fosse in grado di sognare?
Il suo lavoro è anche un punto di riferimento per musei, centri di ricerca e istituzioni che sperimentano il potenziale dell’IA nel campo culturale. Le sue opere sollevano interrogativi sull’autorialità, sulla posizione dell’essere umano rispetto alle macchine e sul ruolo dei dati come nuovo materiale artistico.
Non mancano, però, le discussioni etiche: quali dataset vengono utilizzati? Come vengono gestiti i diritti delle immagini? In che misura un algoritmo può essere considerato “creatore”? Anadol stesso insiste sulla trasparenza e sulla collaborazione con istituzioni accademiche per sviluppare modelli di IA più responsabili.



