Sapri, al via la Summer School internazionale: studenti italiani e albanesi si confrontano sui diritti e la democrazia
| di Marianna Vallone
È stata inaugurata ieri mattina, nell’Aula Consiliare del Comune di Sapri, la Summer School internazionale promossa dalla Sapienza – Università di Roma. Un evento dal respiro europeo e mediterraneo, che porta nella cittadina cilentana oltre cinquanta tra studenti e docenti italiani e albanesi, pronti a confrontarsi sul futuro della democrazia, dei processi elettorali e sulla tutela dei diritti individuali e collettivi in un mondo che cambia troppo in fretta.

“Democracy, Electoral Processes and the Protection of Individual and Collective Rights in the Contemporary Era” – è questo il titolo della settimana formativa che si svolgerà fino al 30 giugno, patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e realizzata in collaborazione con tre atenei albanesi: l’Università di Tirana, l’Università ‘Aleksander Moisiu’ di Durazzo e l’Albanian University. Una triangolazione accademica che unisce il Tirreno e l’Adriatico nel segno della costruzione culturale europea, là dove i confini geopolitici restano ancora fluidi.
All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco di Sapri, Antonio Gentile, e l’assessore alla cultura Amalia Morabito, che hanno rimarcato la centralità del territorio nel dialogo euro-mediterraneo. In prima linea anche i promotori scientifici: il prof. Marco Cilento della Sapienza, vero motore dell’iniziativa, e la prof.ssa Kestrin Katro dell’Università di Tirana, che ha sottolineato il valore strategico di queste esperienze nel rafforzare il senso di cittadinanza europea tra le nuove generazioni.
Una scuola estiva, sì, ma un laboratorio di democrazia applicata: lezioni frontali, workshop, tavole rotonde e momenti di confronto libero in un contesto che, per una settimana, diventa aula a cielo aperto. Temi come la trasparenza elettorale, la partecipazione giovanile, le minoranze culturali, i diritti digitali e il ruolo delle istituzioni internazionali verranno analizzati alla luce delle criticità contemporanee: guerre, migrazioni, disinformazione.
Non è un caso che a fianco della Sapienza ci siano proprio tre università albanesi. In un momento storico in cui l’ingresso dell’Albania nell’UE è tema da agenda diplomatica, iniziative come questa rappresentano un ponte di contenuti e relazioni. Gli studenti avranno modo di costruire un dialogo intergenerazionale e interculturale, utile tanto nei loro curricula quanto nel lungo termine, in un’Europa che ha bisogno di nuove classi dirigenti capaci di pensare oltre confine.
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