7 Dicembre 2025

Specie in via di estinzione: animali che rischiano di scomparire entro il 2050

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Specie in via di estinzione: animali che rischiano di scomparire entro il 2050

Il 2050 non è poi così lontano — e per moltissime specie animali in tutto il mondo potrebbe segnare la fine. Secondo i più recenti aggiornamenti delle liste internazionali di conservazione, stiamo attraversando una crisi di biodiversità senza precedenti: habitat distrutti, cambiamenti climatici, inquinamento, pesca e caccia selvaggia stanno cancellando intere popolazioni. E se non si cambierà rotta, molte di queste specie non esisteranno più entro poche generazioni.

Numeri che fanno paura: la biodiversità in grave crisi

  • La IUCN — Unione Mondiale per la Conservazione della Natura — monitora decine di migliaia di specie. Recenti dati indicano che circa 48.646 specie risultano attualmente minacciate di estinzione. 
  • Tra gli animali valutati, notevole è l’allarme: molti vertebrati e invertebrati sono classificati come “vulnerabili”, “in pericolo” o “in pericolo critico”. 
  • Ogni anno le pressioni — deforestazione, urbanizzazione, cambiamenti climatici — aumentano, riducendo gli spazi naturali e rendendo insostenibile la convivenza tra umanità e fauna selvatica. 

Il risultato: un vero e proprio declino globale della biodiversità — che molti scienziati definiscono come la “sesta estinzione di massa” causata dall’uomo. 

Alcune specie a forte rischio — e cosa le minaccia

Ecco qualche esempio emblematico tra le specie oggi “sulla soglia”:

  • Orango di Sumatra — un primate delle foreste asiatiche: habitat distrutto, disboscamento, espansione agricola e commercio illegale minacciano la sua sopravvivenza. 
  • Leopardo dell’Amur — uno dei grandi felini più rari al mondo: poche decine di esemplari sopravvivono, per effetto di caccia, perdita di prede e frammentazione dell’habitat. 
  • Specie d’acqua dolce: pesci, crostacei, insetti acquatici — un terzo circa degli animali d’acqua dolce è oggi nelle categorie “a rischio”. In molti casi l’acqua inquinata, le dighe, l’uso agricolo e i prelievi idrici distruggono gli ecosistemi fluviali. 
  • Uccelli migratori e di foresta: secondo rapporti recenti la deforestazione e la perdita di habitat stanno mettendo in crisi ampia parte delle popolazioni avi fauna, con decine di specie a rischio collasso. 

Questi sono solo alcuni esempi di un fenomeno che riguarda decine di migliaia di specie, spesso poco conosciute ma vitali per l’equilibrio degli ecosistemi.

Le cause della crisi: non un solo colpevole, ma tanti fattori convergenti

Distruzione degli habitat

Foreste che scompaiono, zone umide bonificate o inquinate, mare impoverito: l’espansione agricola e urbana, l’estrazione delle risorse e il cambiamento dell’uso del suolo stanno cancellando i luoghi che molte specie — animali e vegetali — consideravano casa. 

Cambiamento climatico

Eventi metereologici estremi, variazioni di temperatura, innalzamento dei mari e alterazione stagionale mettono a dura prova la sopravvivenza di molti animali, soprattutto quelli già fragili o con habitat specifici. 

Inquinamento, sovrasfruttamento, pesca e caccia

Acque inquinate, pesca eccessiva, traffico di animali, raccolta indiscriminata: sono minacce dirette per molte specie, anche quelle meno “visibili”. 

Frammentazione delle popolazioni

Piccoli gruppi isolati, incapaci di riprodursi in modo efficace, perdita di diversità genetica: così anche specie numerose possono avviarsi a un declino irreversibile. 

Cosa potrebbe succedere entro il 2050

Se le attuali tendenze non verranno invertite, gli scienziati stimano che centinaia — forse migliaia — di specie oggi a rischio non arriveranno al 2050. Alcune verranno dichiarate estinte, altre sopravviveranno solo in popolazioni ridotte e fragili, incapaci di sostenere ecosistemi sani. 

Oltre alla perdita di forme di vita irripetibili, ciò avrà conseguenze drammatiche anche per gli esseri umani: perdita di servizi ecosistemici (impollinazione, ciclo dell’acqua, protezione del suolo), impoverimento della natura, riduzione delle risorse per le generazioni future. 

Ma ci sono ragioni per sperare: la conservazione funziona, se le istituzioni e i cittadini si impegnano

Non tutto è perduto. Alcune specie sono riuscite a riprendersi grazie a interventi mirati di tutela, riforestazione, regolamentazione della caccia e pesca, protezione degli habitat. 

Le organizzazioni internazionali come WWF, associazioni locali, comunità scientifiche e singoli cittadini possono fare la differenza — con iniziative concrete: creazione di aree protette, incentivi all’economia sostenibile, campagne contro il bracconaggio, educazione ambientale. 

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