2 Dicembre 2025

Tentata estorsione, indagine sulla vicenda King’s di Palinuro: l’esposto di Merola riapre il caso

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Tentata estorsione, indagine sulla vicenda King’s di Palinuro: l’esposto di Merola riapre il caso

C’è una indagine per tentata estorsione ai danni di ignoti aperta dalla Procura di Vallo della Lucania in seguito a un esposto presentato dall’imprenditore Felice Merola, l’ex proprietario del famoso King’s di Palinuro finito al centro di un turbolento fallimento. E l’indagine – secondo quanto emerge finora – riguarda il pignoramento da parte della Monte Paschi – non “soddisfatta” dai 4 milioni di euro e rotti ottenuti dalla vendita di cinque anni fa dell’albergo delle stelle – di altre proprietà dell’imprenditore cilentano. Per ricostruire questa vicenda bisogna partire dal 2012 quando, per un “credito da parcella” di appena 40mila euro la società proprietaria del noto albergo cilentano venne dichiarata fallita. Pochi mesi prima – stando a quanto ricostruito in seguito a una perizia – la struttura, in quanto la famiglia Merola era vittima di usura, era stata valutata per circa 19,5 milioni di euro. Il perito del Tribunale di Salerno, dopo il fallimento, aveva poi valutato la medesima struttura, a distanza di soli sei mesi, 12,5 milioni di euro. La vendita è stata poi di 4,5 milioni di euro. Una volta acquistata il King’s, meta per anni di star internazionali, è andato sempre verso l’abbandono fino al quasi “annientamento”, ma questa è un’altra storia. Nel procedimento del fallimento e acquisto all’asta del King’s – ripercorrendo la vicenda – Merola ha rimarcato in varie denunce che esistevano dei conflitti di interesse, “legami familiari” ha detto l’imprenditore, tra il curatore fallimentare e gli acquirenti. “Ho constatato che, pur in presenza di una sospensione delle aste e pur essendovi ufficialmente in corso una trattativa in transazione dell’intera vicenda con concordato fallimentare, la struttura di cui sto parlando è stata venduta a terzi sulla base di un’offerta presentata ad aste sospese: si è cioè perseguito il fine privatistico dell’affare immobiliare rispetto al fine pubblicistico della chiusura del fallimento con pagamento in percentuale di tutti i creditori”, scrisse in una denuncia. La Monte Paschi però non soddisfatta del ricevuto un milione di euro in più del mutuo erogato ha presentato nuove istanze e quindi nuove “richieste” su proprietà di Merola. Da questa è partita la nuova denuncia di Felice Merola con il caso passato al Tribunale di Vallo della Lucania. Le anomalie sono state rappresentate in una memoria integrativa del luglio di quest’anno e c’è un altro aspetto che nella seconda “tranche” della esecuzione immobiliare che insospettisce l’imprenditore. La presenza – come molti procedimenti fallimentari cilentani – di una stessa associazione guidata dal custode e della quale fa parte anche l’avvocato “consigliato” allo stesso Merola. “Tutte persone residenti compreso il Ctu – come l’associazione – nel paese di Torchiara”, viene evidenziato. Nell’esposto presentato al Tribunale di Vallo della Lucania da Merola ora difeso dall’avvocato Ennio Bonadies si chiede “Al fine di evitare che il reato di estorsione sia consumato con la svendita degli immobili del secondo lotto e con la successiva vendita degli altri immobili in virtù delle fideiussioni personali, è assolutamente urgente procedere al sequestro del corpo di reato”.

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