14 Novembre 2025

Ulivi, il tesoro verde del Mediterraneo: patrimonio da conoscere e proteggere

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Ulivi, il tesoro verde del Mediterraneo: patrimonio da conoscere e proteggere

Un’antica leggenda narra di una sfida tra Atena e Poseidone per offrire il dono più bello e utile al popolo. Poseidone fece sorgere il cavallo più rapido e potente, mentre Atena fece nascere un albero bellissimo, il primo albero di ulivo. La pianta medicava le ferite e curava le malattie, inoltre offriva prezioso nutrimento. Zeus giudicò vincitrice la figlia Atena, sostenendo che il cavallo portasse la guerra mentre l’olivo la pace. Benedii le foglie argentee e disse: «Questa pianta proteggerà una nuova città che sarà chiamata Atene da te, figlia mia. Tu donasti agli uomini l’ulivo e con esso hai donato luce, alimento e un eterno simbolo di pace». In araldica l’olivo è simbolo di pace, vittoria, fama e gloria immortale. Un ramoscello, portato nel becco da una colomba, annunciò a Noè la fine del diluvio universale. Storie e leggende conosciute da tutti che è bene ricordare quando lo sguardo si perde tra le foglie di questo albero. Nel Cilento la storia di intere famiglie è legata a queste piante, molte delle quali secolari, da cui per secoli hanno tratto sostentamento attraverso la produzione di olio. Chi percorre alcune strade, sia quella che costeggia il mare da Agropoli fino a Sapri, passando per Pisciotta e Palinuro, sia quella che attraversa le colline nel golfo di Policastro, il Monte Stella o ancora i paesi degli Alburni, trova una distesa di uliveti. Sono gli stessi che hanno ispirato il poeta Giuseppe Ungaretti quando nel 1933  durante una visita nel sud della provincia di Salerno scrisse: “Ulivi, sempre ulivi! In mezzo sono ulivi, come pecore a frotta”, esprimendo con le parole un’immagine che più di altre rappresenta il Cilento. Le origini dell’albero di ulivo si perdono nella notte dei tempi e sono ancora in parte sconosciute. Probabilmente originarie dell’Asia Minore, si narra che siano apparse per la prima nell’era preistorica prima della comparsa dell’uomo. La Grecia risulta essere la terra dove venne coltivato per la prima volta. In Italia arrivò a partire dal VIII sec. a.C., con la colonizzazione greca. I numerosi studi che si sono concentrati sui benefici per la salute dell’olio di oliva, sono molto minori rispetto a quelli che invece hanno preso in oggetto le olive stesse. Entrambi sono prodotti naturali ed entrambi, nei paesi dove vengono consumati di più, hanno dimostrato di ridurre l’incidenza delle malattie coronariche e di alcuni tipi di cancro. Nel Cilento l’olio extravergine costituisce l’elemento basilare della Dieta mediterranea. Di questo prodotto e del suo frutto ne aveva scritto il biologo e nutrizionista americano, Ancel Keys che a Pioppi a partire dal 1962, dopo anni di studi e ricerche tra gli abitanti, era giunto a conclusione che l’alimentazione fatta di legumi, pesci, pasta e verdure, condite con olio locale, rappresentasse il segreto di buona salute e longevità. E’ bene distinguere che le olive nere, più mature, contengono più grassi monoinsaturi, quindi rispetto a quelle verdi, che invece sono ricche d’acqua e sali minerali, le nere sono più caloriche. E’ bene anche ricordare che in commercio non sempre le olive nere in realtà sono olive più mature, spesso vengono addizionate con il gluconato ferroso, quindi conviene sempre leggere le etichette sulle confezioni prima di consumarle. Meglio scegliere olive biologiche. Ricche di grassi buoni e antiossidanti, tengono a bada il colesterolo, favoriscono la digestione, stimolano l’appetito, contengono una buona dose di ferro vegetale e altri sali e sono una fonte importante di vitamina E, oltre a possedere interessanti percentuali di ferro, calcio, potassio e magnesio. Secondo diversi esperti favorirebbero la perdita di peso grazie alla seretonina, che comporta un aumento del senso di sazietà. Inoltre si tratterebbe anche di un elemento efficace contro patologie come la cataratta e altre malattie oculari legate all’età. Le olive, essendo ricche di antiossidanti, proteggono le cellule del corpo dai danni causati dai radicali liberi e dunque dall’invecchiamento. Quelle italiane, specialmente quelle del centro-sud, contengono più polifenoli, sostanze antiossidanti in grado di svolgere un ruolo importante per la salute umana. Come anticipato prima, dalle olive si estrae un succo che rappresenta uno dei prodotti d’eccellenza italiani: l’olio extravergine d’oliva. I suoi benefici sono numerosi: combatte il diabete e protegge il fegato, riduce il rischio di cancro al seno o al colon, previene l’Alzheimer, protegge cuore e arterie, aumenta il senso di sazietà, riduce il rischio di ictus e osteoporosi e contiene molti antiossidanti. Nel caso specifico dell’olio, la quantità di polifenoli incide anche sulle sue caratteristiche organolettiche, da cui scaturisce il gusto amaro e piccante che ne assicura la qualità. 

In Italia esistono tantissime varietà di olive, tra le quali ricordiamo l’Ascolana tenera, la Nocellana del Belice, la Bella di Cerignola, la  Taggiasca, la Carolea, la Cassanese, la Giarraffa, l’Itrana, la Sant’Agostino, la Santa Caterina, le olive di Gaeta e quelle del Leccino. Solo in Campania le varietà autoctone catalogate sono oltre 60. Le più diffuse sono: Ogliarola e Ravece in provincia di Avellino, Ortice, Ortolana, Racioppella nel beneventano; Sessana e Caiazzana in provincia di Caserta e la Pisciottana e Rotondella nel salernitano e nel Cilento. 

Ravece

Ha una resa piuttosto bassa, ciononostante è molto apprezzata per la produttività costante, e soprattutto per la qualità dell’olio. Ha un aroma erbaceo con note di pomodoro verde, a volte anche di carciofo. La pianta è di media vigoria.

Ortice

E’ presente in tutta la Campania ma frutta meglio nella media ed alta collina del beneventano. La pianta è di media vigoria e si caratterizza per una produzione abbondante, ma alternante negli anni. 

Ortolana

Nota anche con il nome di Melella, per il caratteristico sentore di mela che induce nell’olio, è molto apprezzata per la resistenza alle avversità atmosferiche e per l’eccellente qualità dell’olio che si ottiene.

Racioppella

Diffusa nel beneventano, è la varietà maggiormente coltivata. Così chiamata perché le olive sono sempre raggruppate a grappolo. Negli ultimi anni le piante portano meno frutti, maturano precocemente e cadono. 

Sessana

Diffusa nel Casertano, soprattutto nel comune di Sessa Aurunca, da cui prende il nome, è apprezzata per l’elevata resa e per l’elevata qualità dell’olio.

Caiazzana

E’ una varietà molto precoce, ha aroma di mandorla e gusto delicato.

E’ diffusa soprattutto nel comune di Caiazzo, risulta particolarmente adatta alla produzione di olive nere appassite. 

Rotondella

E’ la varietà più diffusa nel salernitano e nel Cilento. Probabilmente, osservando la grandezza e l’età di alcuni esemplari, potrebbe essere stata introdotta dai Focesi all’epoca della fondazione di Velia, nel VI secolo a.C. E’ molto apprezzata per produttività, resa e qualità dell’olio.

Pisciottana

E’ la varietà più diffusa nella provincia di Salerno e nel Cilento dopo la Rotondella. La si trova soprattutto da Agropoli a Sapri, dove rappresenta la varietà dominante. Il nome deriva dal comune in cui essa è l’unica varietà esistente, Pisciotta. L’importanza della Pisciottana nel Cilento va oltre l’aspetto produttivo; è legata, infatti, alle tradizionali olive ammaccate, e ad una storia. Proprio a Pisciotta, nel cuore antico del Parco nazionale, potrebbe nascondersi l’albero di ulivo più antico del mondo che risalirebbe a circa 4500 anni fa. Abbracciarlo per credere. 

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