In Italia, la lotta contro la violenza sulle donne ha conosciuto negli ultimi decenni importanti tappe normative, ma il fenomeno resta drammaticamente diffuso e complesso. La legislazione italiana ha cercato di rispondere a diverse forme di violenza, da quella fisica a quella psicologica, passando per lo stalking e la violenza economica, ma il percorso è ancora in evoluzione.
Il quadro normativo attuale
Il Codice Penale prevede già da tempo reati specifici per le aggressioni fisiche e sessuali. Tuttavia, è con la legge n. 154 del 4 aprile 2001, che ha introdotto misure a tutela delle donne vittime di violenza familiare, che si è assistito a un passo significativo. Questa legge ha rafforzato la protezione delle vittime all’interno del contesto familiare, prevedendo anche misure cautelari nei confronti dell’aggressore.
Un ulteriore punto di svolta è stata la Legge n. 119 del 15 ottobre 2013, conosciuta anche come “Codice Rosso”, che ha introdotto procedure più rapide per le denunce di violenza domestica e di genere. Tra le novità principali:
- l’obbligo per le forze dell’ordine di attivare immediatamente indagini in caso di denuncia;
- l’istituzione di procedimenti giudiziari accelerati;
- misure cautelari più severe per gli autori di violenza.
Oltre a queste norme, il Codice Penale è stato aggiornato per includere specifici reati di stalking (art. 612-bis), e la Legge n. 66/1996 ha introdotto pene più severe per le violenze sessuali. Il legislatore ha anche affrontato la violenza economica e psicologica, sebbene con strumenti meno codificati e più difficili da applicare concretamente.
Misure preventive e di sostegno
La normativa italiana non si limita alla repressione del reato: prevede anche misure preventive e programmi di protezione per le vittime. Tra queste:
- centri antiviolenza e case rifugio, gestiti sia da enti pubblici sia da associazioni private;
- servizi di supporto psicologico e legale;
- programmi di reinserimento sociale e lavorativo per le donne vittime di violenza.
Il Piano Nazionale Antiviolenza e i protocolli delle forze dell’ordine cercano di coordinare interventi rapidi, ma spesso la differenza la fa la capillarità sul territorio e la disponibilità di risorse locali.
A che punto siamo
Nonostante i progressi legislativi, i dati statistici mostrano che la violenza di genere rimane un problema grave. Secondo l’ISTAT, una donna su tre in Italia ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita. Molte denuncie non vengono presentate, e le vittime incontrano spesso difficoltà nell’accesso a misure di protezione efficaci.
La normativa italiana è quindi avanzata dal punto di vista tecnico, ma la sfida principale resta l’implementazione pratica e la cultura sociale: prevenire la violenza significa anche cambiare mentalità e garantire che le leggi siano realmente efficaci.




