Tagli alla cultura, il Parco non finanzia Velia Teatro: intervista a Michele Murino

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Tagli alla cultura, il Parco non finanzia Velia Teatro: intervista a Michele Murino

Era di qualche giorno fa la notizia secondo cui quest’anno Velia Teatro, manifestazione teatrale che dal 1998 porta il teatro classico greco e la filosofia all’interno degli scavi archeologici di Elea-Velia, ad Ascea Marina, potrebbe non avere aiuti economici da parte del Parco.

Quindi in “forse” l’edizione 2012 di uno dei festival più importanti a livello culturale nel Cilento.

Abbiamo chiesto a Michele Murino, organizzatore della manifestazione, cosa ne pensa a riguardo.

D: “Questa è una manifestazione importante perché ci ricorda che nel piattume di questa Italia, dove la politica, sia essa di destra o di sinistra, invece di valorizzare la cultura tende a distruggerla ormai da 30 anni e da 20 anni in maniera massiccia, c’è chi apprezza ancora il teatro”. E ancora, “Manifestazioni come VeliaTeatro fanno ben sperare in un attaccamento alla cultura da parte di pochi ma buoni a differenza dei tanti che non si rendono conto dello stato in cui grava la cultura in Italia e spero che manifestazioni del genere prendano sempre più piede, perché dobbiamo ricordare che il Cilento non è solo cultura gastro-duodenale e le persone dovrebbero rendersi conto che non va cibata solo la parte inferiore del corpo, lo stomaco, ma anche quella superiore: la testa”. Con queste parole Ruggero Cappuccio presenziava a Velia Teatro nel 2010. Ora veniamo a conoscenza del fatto che si operano tagli al festival che forse in questo 2012 non vedrà la possibilità di essere realizzato: come si spiega tutto ciò?
R: Sono molto onorato delle affermazioni del drammaturgo e regista Cappuccio su VeliaTeatro. Nonostante ciò, sono convinto che la nostra insieme ad altre poche iniziative di valore non riscuotano presso gli enti pubblici cilentani la giusta attenzione. Se ci fosse stato in questi anni un interesse maggiore, la manifestazione, ad esempio, si sarebbe ampliata. Siamo stati fermi al solo mese di agosto, quando avremmo potuto iniziare le nostre attività già a luglio. VeliaTeatro è come una Ferrari senza carburante. È come una pentola in continua ebollizione sotto un coperchio che viene premuto da chi, forse, non vuole che decolli. Basterebbe che i soggetti preposti alla promozione culturale nel Cilento, guardassero un po’ a Ravello, Giffoni, Spoleto, Modena, Siracusa, dove in un annuale crescendo si celebrano eventi di questo tipo, per convincersi che VeliaTeatro andrebbe sostenuta maggiormente per farla durare due mesi l’anno. Ma quelle realtà non interessano. Qui tutti vogliono mangiare ed allora W le sagre. Nel Cilento piace fare la politica spicciola e paesana senza guardare all’orizzonte. Questa è, per quanto mi risulta, una delle ragioni, forse la più grave, per cui il professor Domenico De Masi diede le dimissioni da presidente dell’Ente Parco. De Masi voleva catapultare il Cilento in Europa attraverso iniziative di spessore internazionale. Non glielo hanno consentito.

D: Anche l’anno scorso la manifestazione ha avuto un “calo” a livello di aiuti economici da parte delle istituzioni, eppure siete riusciti ad organizzare ancora una volta un festival degno di nota: perché questi tagli?
R: L’edizione del 2011 fu salvata dall’Ente Provincia che inserì Velia nel circuito dell’iniziativa “Il racconto delle Pietre”. Noi organizzammo autonomamente la parentesi di Velia, nell’ambito di questo circuito, inserendo le serate dello spettacolo “I racconti di Lisia” e quella con la partecipazione del filosofo Massimo Cacciari.

D: Crede che sia per una mancanza di fondi o i fondi ci sono ma vengono investiti in altro modo? E, se si, perché?
R: Io credo che i fondi ci siano. Purtroppo non si riescono a leggere i bilanci degli enti pubblici, gli elenchi delle assegnazioni dei fondi per la Cultura ed il Turismo, per cui nel Cilento insiste ancora una forte opacità della pubblica amministrazione. Mi risulterebbe che nel resto d’Italia gli enti pubblici fondino al propria azione amministrativa attraverso il dettato della Legge 241/’90 sulla trasparenza degli atti amministrativi. Definendo in primis i criteri oggettivi per l’assegnazione dei contributi previsti dalla stessa legge. Non so se anche nel Cilento tutto ciò avvenga.

D: Come vengono gestiti i fondi per l’organizzazione di eventi e per la cultura?
R: Ripeto, fino ad oggi non abbiamo notizie di come vengono gestiti i fondi per la cultura e la promozione turistica. La vostra redazione ad esempio potrebbe richiedere gli elenchi delle assegnazioni dei
contributi, al fine di pubblicarli sul Giornale del Cilento.

D: Velia Teatro è dal 1998 ormai una delle pochissime manifestazioni culturali che si tengono ogni estate nel Cilento: perché crede che manifestazioni del genere non vengano supportate dalle istituzioni?
R: C’è qualcosa di inspiegabile. Potrebbe esserci qualcuno che rema contro. Non solo per VeliaTeatro, ma anche per tutte quelle poche iniziative di qualità.

D: Avete pensato di rivolgervi a privati per avere aiuti economici?
R: Sponsorizzazioni di questo tipo possono concepirle solo le banche. Come ha fatto per alcuni anni il Monte dei Paschi di Siena col Ravello Festival. Sembra, però da noi stia cambiando qualcosa, dal
momento che la Banca del Cilento di Vallo della Lucania con la nuova presidenza del professor Francesco Castiello abbia avviato un radicale cambiamento. Oggi la BCC di Vallo della Lucania promuove mostre, convegni a tema sull’usura, sul conflitto di interessi. Per la prima volta ha sostenuto anche l’istituzione del Conservatorio musicale di Vallo della Lucania.

D: Spostandoci un attimo verso altri territori collegati a Velia Teatro: la location, e cioè l’area archeologica dell’antica Elea. A suo avviso in che condizioni si trova questo sito patrimonio UNESCO e si fa abbastanza per valorizzarlo?
R: Abbiamo notato, anno per anno, le migliorie e gli investimenti per il recupero dell’area archeologica di Elea-Velia. Anche con recenti campagne di scavo: la Soprintendenza archeologica fa il possibile col poco che ha a disposizione. Il filosofo Massimo Cacciari nell’agosto 2011, dopo la sua visita, ritenne che in considerazione dell’esiguità delle risorse pubbliche nel nostro Paese, l’area archeologica di Velia è da considerarsi un miracolo in Italia.

D: Vuole aggiungere qualcosa?
R: Le mie considerazioni, aggiunte a quelle di Ruggero Cappuccio e dello stesso presidente Amilcare Troiano, non credo serviranno a stimolare dal torpore coloro che, nel Cilento, vi sono sprofondati ormai da tempo.

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