Tra Sele e Tanagro: analisi diacronica delle dinamiche territoriali. Parte I

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Tra Sele e Tanagro: analisi diacronica delle dinamiche territoriali. Parte I

Uno studio finalizzato ad analizzare nello specifico le trasformazioni del comprensorio Sele–Tanagro in un arco cronologico che va dal Neolitico all’Età del Bronzo finale, periodo nel quale l’area è stata occupata in modo differente da diverse popolazioni.

Tra Sele e Tanagro: analisi diacronica delle dinamiche territoriali

§1. Premessa

In questa parte del lavoro ho inteso analizzare nello specifico le trasformazioni che il territorio oggetto della mia indagine ha subito nell’arco del tempo. Durante il periodo cronologico considerato, che va dal Neolitico all’Età del Bronzo finale, quest’area ha visto lo sviluppo diversificato delle culture o facies che si sono succedute ed è stata occupata in modo differente dalle varie popolazioni avvicendatesi.

Per visualizzare meglio le diverse distribuzioni insediative, sono state realizzate cartine geografiche che, per ogni singola fase, evidenziano i siti interessati da un’occupazione o da una frequentazione. Al fine di comprendere meglio le dinamiche territoriali in esse sono segnalati anche alcuni siti limitrofi che, pur trovandosi al­l’e­­ster­no del comprensorio considerato, non possono essere ignorati data la loro rilevanza archeologica o anche geografica. 

Per ogni singola fase o sottofase, quindi, sono individuati i resti o anche i ritrovamenti sporadici noti in letteratura o conosciuti da dati d’archivio. Laddove le informazioni fornite dai documenti esaminati hanno consentito una precisa attribuzione culturale e/o cronologica, essi sono stati compresi nella specifica cartina di fase (ad esempio: Eneolitico 2). Mentre sono state create delle carte generiche del periodo più ampio (ad esempio: Eneolitico generico) che comprendono quelle segnalazioni delle quali non è nota nello specifico la sottofase cui potrebbero essere attribuite.

CARTA SITI NEOLITICI

2. Pertosa – Grotta dell’Angelo

3. Polla

5. Castelcivita – Grotta dell’Ausino

14. Monte San Giacomo – Grotta Vallicelli

18. Campora

19. Stio

21. Buccino – S. Mauro

23. Riparo dello Zachito

26. Battipaglia – Castelluccia

31. Paestum – Cerere

35. Palinuro – S. Paolo

36. Camerota – Grotta della Serratura

§2. Il Neolitico

Nella prima carta di distribuzione sono stati ubicati i siti del comprensorio relativi al Neolitico: Grotta dell’Ausino di Castelcivita, Grotta di Pertosa, Grotta di Polla, Vallicelli, Stio e Campora.

Non si rilevano presenze del Neolitico antico, che invece sono state ravvisate a S. Mauro di Buccino, in area limitrofa al nostro comprensorio, e che, tuttavia, andrebbero vagliate con la massi­ma attenzione alla luce delle nuove conoscenze intercorse in Italia me­ri­dionale dalla pubblicazione del sito (1973) ad oggi nell’ambito del processo di neolitizzazione. Anche il sito di Paestum-Cerere, ad un attento esame dei reperti, non ha offerto più elementi di così alta antichità e pertanto anche questi elementi sembrano confermare quanto sostenuto attualmente, cioè che la neolitizzazione in Campania segua un trend direzionale da oriente verso occidente.

Per quanto riguarda i siti del comprensorio prevale il Neolitico medio/tardo e, in particolare, la facies di Diana.

Esaminando  il comprensorio in relazione all’area limitrofa, rileviamo che i siti montani (Ausino, Pertosa, Polla, Vallicelli) sono in grotta mentre quelli in pianura (Paestum-Cerere) o prospicienti la pianura (Battipaglia) sono all’aperto e unicamente Paestum può considerarsi un sito costiero, in quanto la laguna che, in età storica, distanzierà la città dal mare ancora non si è formata.

Non si evince una effettiva penetrazione del comprensorio interno; difatti anche siti relativamente interni come Campora e Stio gravitano verso il corso dell’Alento, naturale via verso la costa velina.

Gli altri siti si dispongono alla periferia del comprensorio lungo le grandi direttrici viarie costituite dal Tanagro e dal Calore.

CONTINUA

Tra Sele e Tanagro: analisi diacronica delle dinamiche territoriali. Parte II

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