Arresto comandanti Forestale: la Santoro si difende, Petillo tace

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Arresto comandanti Forestale: la Santoro si difende, Petillo tace

Dopo l’arresto di Marta Santoro e di suo marito Antonio petillo rispettivamente comandanti della Forestale di Foce Sele e di Capaccio e le perquisizioni delle abitazioni di altre persone che potrebbero essere coinvolte, la Forestale è sotto choc.

In particolare su di lei, Marta, “la giustiziera” come veniva definita per provvedimenti presi in alberghi, ristoranti ed hotel di Paestum e per aver messo, addirittura, i sigilli alla polizia provinciale di Eboli, grava come un macigno l’accusa di concussione.

Il decreto di fermo redatto dal pm Maurizio Cardea potrebbe trasformarsi venerdì 5 ottobre in un’ordinanza di custodia cautelare che porterebbe la Santoro ad essere tradotta nel carcere di Padova mentre suo marito in quello di Santa Maria Capua Vetere.

Il fatto I due comandanti avrebbero chiesto danaro agli imprendotori a cui sequestravano case, terreni ed a volte anche parcheggi privati.

I soldi sarebbero serviti per rimuoverne poi i sigilli ottenendo, così, in cambio favori personali.

Gli inquirenti sono riusciti, nel corso delle indagini a recuperare una sorta di tariffario stilato dai due, da presentare poi alle presunte vittime.

La cifra oscillerebbe dai duemila ai diecimila euro.

L’ultimo sequestro sospetto contestato dalla Procura di Salerno ai loro danni risale a circa tre giorni fa mentre il primo risalirebbe ad alcuni anni fa.

Il blitz L’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Salerno in collaborazione coi militari di Agropoli, agli ordini di Raffaele Annicchiarico è cominciata alle due di mercoledì e terminata alle sette.

La casa della Santoro è stata perquisita come anche i comandi della Forestale di Foce Sele e di Capaccio insieme ad altre abitazioni di persone che potrebbero essere coinvolte nel reato.

Si è difesa stranuamente Marta, nelle cinque ore d’interrogatorio a cui ha assistito il suo difensore Antonello Natale, interrogata dal sostituto procuratore che alla fine ne ha chiesto il fermo.

In silenzio invece Petillo ( si è avvalso della facoltà di non rispondere) mentre le indagini proseguono, la documentazione sequestrata dagli uomini dell’arma promette risvolti a dir poco interessanti.  

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