L’Alien folk di Uli dal vivo a Vallo della Lucania, la sassofonista vercellese si racconta

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L’Alien folk di Uli dal vivo a Vallo della Lucania, la sassofonista vercellese si racconta

«A me piace chiamare quello che scrivo e canto ‘Alien Folk’, non nel senso strettamente marziano del termine, ma nel senso di altro. È la musica tradizionale del mio pianeta». Giovedì 13 aprile il secondo live elettrico targato Draft. Dopo l’elettrodance dei canadesi Le Couleur, che hanno fatto ballare il locale di Vallo della Lucania, tocca a Uli dare una scossa al Cilento che ascolta musica

Nome d’arte dietro cui si cela la cantante, compositrice e attrice vercellese Alice Protto, Uli è un progetto folk. O, per meglio dire, alien folk, come piace definirlo alla stessa Alice; un modo per non incanalare la sua musica in un determinato contesto ristretto e generico ma che indichi il suo immaginario personale in maniera unica e inedita.

Inizia a suonare fin da ragazzina, contraddistinguendosi come cantante e sassofonista della band surfabilly grind The Maleducatones. Parallelamente alla musica, frequenta la Scuola d’Arte Drammatica a Milano inizia a lavorare con il Teatro delle Albe (esibendosi nello spettacolo “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi”). Dal 2012 collabora con Wasabi Produzioni, sia come attrice che come cantante, e inizia a comporre le proprie canzoni. Nel 2014 avvia il suo progetto solista e, nel 2015, pubblica il suo primo EP dal titolo ‘Uli’. Nel 2016 esce il suo primo LP, ‘Black and Green’. Accompagnata da Domenico Finizio (chitarra), Federico Ragazzetto Branca (basso, synth) e Matteo Rimoldi (batteria), Alice (voce e ukulele) suonerà al Draft di Vallo della Lucania giovedì 13 aprile.

 

Ciao, Alice: prima di tutto presentati ai nostri lettori.
Buongiorno a tutti, per quest’oggi chiamatemi pure Uli.

Cantante, sassofonista, compositrice e suoni anche l’ukulele: quali sono stati i tuoi studi e il tuo percorso musicale? Suoni anche altri strumenti?
Ho imparato a cantare quando ero ragazzina, chiudendomi nel mio armadio e sperimentando le possibilità della mia voce. Il sassofono l’ho studiato solo per un anno e poi per esigenze di tempo ho continuato da autodidatta suonando in una band surf. L’ukulele me l’ha regalato mia madre un Natale e ho iniziato a strimpellarlo un po’ per gioco.

Delinea, a grandi linee, le fasi di lavorazione dietro i tuoi album, dalla prima stesura fino alle fasi di registrazione in studio.
Strimpellando per gioco l’ukulele hanno iniziato a sgorgare delle canzoni, parole e musica insieme, che poi ho fatto ascoltare ad alcuni amici musicisti i quali mi hanno aiutato nelle diverse fasi dell’opera di arrangiamento.

Definisci il tuo progetto “alien folk”: ci spieghi meglio cosa significa?
La definizione di “Alien folk” è il mio supercalifragilistichespiralidoso per spiazzare chi si ostina a chiedermi che genere di musica io faccia. Alieno vuol dire “diverso da” (diverso da chi ascolta), e folk richiama qualcosa di pertinente al passato e alla storia di un gruppo di individui. È come dire “suono la mia musica personale. Tutti suonano alien folk. Da Bach ai Chemical Brothers.

Presentaci la band che ti accompagnerà dal vivo al Draft di Vallo della Lucania.
La Band che mi accompagna stabilmente da più di un anno è composta da Federico Branca al basso e ai synth, Matteo Rimoldi alla batteria e Domenico Finizio alla chitarra.

Cosa deve aspettarsi il pubblico da un tuo concerto?
L’immersione in uno spazio atemporale; si deve fidare e lasciarsi condurre per mano in un viaggio surreale.

Progetti attuali e futuri?
La priorità ora, oltre a finire questa bella serie di date in giro per tutta l’Italia è prendermi del tempo per continuare a scrivere il disco nuovo.

Saluta i nostri lettori.
Ci vediamo il 13 aprile al Draft. Se avrete voglia di viaggiare io guiderò, voi fatevi portare.


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