Parco del Cilento: Troiano commissario a tempo, intanto Apicella presenta il suo programma

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Parco del Cilento: Troiano commissario a tempo, intanto Apicella presenta il suo programma

Ancora fumata nera sul nuovo nome del futuro presidente del Parco nazionale del Cilento. Ma momentaneamente Troiano resta al suo posto per un commissariamento a termine di almeno sei mesi. Intanto nei mesi scorsi la lista dei papabili si è arricchita di un nuovo nome, quello di Ernesto Apicella, editore cilentano, che ha già le idee chiare sul lavoro da fare. Diversi rappresentanti del mondo dell’associazionismo storico e culturale, infatti, si sono incontrati per proporre il suo nome alla presidenza. Apicella ha preso bene la proposta, tant’è che a distanza di un mese ha fatto arrivare una bozza di programma per sfruttare al meglio le possibilità legate al Parco.

«Sono da anni impegnato nella valorizzazione del nostro territorio – ha detto l’editore –  e ritengo che la prima cosa da fare sia quella di creare una rete di collaborazione nel Cilento, nel Vallo di Diano e negli Alburni tra tutte le componenti della politica, dell’ambientalismo, dell’economia, dell’associazionismo, della cultura e del sociale, e con esse applicare quelli che sono i principi fondamentali per la gestione delle aree naturali protette per garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del nostro grande e inestimabile patrimonio naturale».

Punti Chiaramente Apicella ha buttato giù un programma preliminare con alcuni punti sui quali lavorare e investire. «Innanzitutto – dice – la cura e la salvaguardia del grande patrimonio naturalistico del nostro Parco, e da questo far discendere la capacità di uno sviluppo economico ed occupazionale saggio, duraturo ed ecologicamente valido e compatibile. Ma anche iniziative per la promozione economica e sociale di attività tradizionali, quelle artigianali e pastorali, per esempio. Una quota importante di queste attività, deve consistere in interventi diretti a favorire l’occupazione giovanile ed il volontariato, nonché l’accessibilità e la fruizione ai portatori di handicap».

Frane L’attenzione dell’editore cilentano, poi, si sposta sul problema numero uno del territorio: il dissesto idrogeologico che da mesi ha reso impraticabili tantissime strade del Cilento. Dunque, per Apicella altro punto fondamentale è «la difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici ed idrogeologici in un momento in cui il territorio del Parco è soggetto a continue frane e dissesti che denunciano l’abbandono della tradizionale cura del territorio. Va lanciata insieme ai Governi alle varie scale, nazionale, regionale e comunali, una vera e propria campagna contro il dissesto diffuso del suolo accompagnato dalla lotta all’abusivismo e al consumo di suolo, in particolare quello vulnerabile e vincolato, di pregio naturalistico­ambientale e paesaggistico, costiero e rurale».

Centri storici e bonifica suolo E ancora attenzione per «le opere di conservazione e di restauro ambientale del territorio, ivi comprese le attività agricole e forestali, il restauro dei centri storici e di edifici di particolare valore storico e culturale, il recupero dei nuclei abitati rurali e del patrimonio storico e tradizionale rurale. Ma anche le opere igieniche, idropotabili e di risanamento dell’acqua, dell’aria e del suolo al fine di arrivare a un livello sempre maggiore di depurazione delle acque. Disinquinamento e bonifica di suoli, migliorando la qualità e la salubrità dell’aria. Puntare sulla fitodepurazione e sulle condotte duali e realizzare un compiuto ciclo delle acque».

Energia Non poteva mancare, nel programma di Apicella, un punto sull’energia rinnovabile. «L’utilizzazione di fonti energetiche a basso impatto ambientale – dice l’editore –  e interventi volti a favorire l’uso di energie rinnovabili da parte di famiglie imprese ed enti al fine di ottenere e conseguire un sempre più alto livello di autosufficienza. I risparmi e i guadagni provenienti dalla produzione energetica e dalle misure di risparmio consentiranno a famiglie, imprese ed enti, maggiori disponibilità in un momento di crisi economico­ finanziario. Il settore energetico – continua Apicella – sarà anche ‘fonte’ di nuova economia ed occupazione; nel campo energetico oltre che con i Comuni sarà utile la stretta collaborazione con la Consac. Puntare su una rete diffusa e capillare per realizzare livelli sempre maggiori di sovranità e autonomia energetica».

Poi 13 punti ai quali il Parco, nelle sue intenzioni programmatiche, dovrà attenersi.

1- Un nuovo Piano Economico­Sociale (art. 14 della legge istitutiva) che crei le condizioni di una grande leva di lavoro per giovani, donne, disoccupati e altre fasce deboli e marginali;

2- Rilanciare e rinforzare il fondo per il microcredito, oggi gestito da Sistema Cilento, a favore di donne e giovani ma anche di famiglie in difficoltà;

3- Insieme a Comuni, Comunità Montane e Sistema Cilento avviare una capillare campagna di orti familiari e sociali, e affidare a giovani e non, le terre pubbliche e demaniali a fini manutentivi, produttivi, didattici e ricreativi etc. Utilizzare a questo fine le opportunità offerte dalla legge di orientamento in agricoltura e da alcune norme Regionali. Puntare su un sempre maggiore livello di sovranità alimentare incrementando la produzione autoctona per filiere corte e di vicinato. Riprendere e rilanciare il recupero delle antiche cultivar.

4- Nelle scuole del Parco intensificare l’educazione ambientale ed alimentare, e sostenere ed incoraggiare le mense scolastiche a km 0 sul modello della scuola comprensiva Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro, adottando gli Orti Scolastici e la Dieta Mediterranea secondo il recente protocollo regionale.

5- Adottare il regolamento del Parco e i piani di gestione previsti dal piano del Parco. Provvedere all’aggiornamento del Piano che benché entrato in vigore nel 2010 è stato elaborato ed adottato agli inizi degli anni 2000, rispettando così il dettato contenuto nel comma 6 dell’art. 12 della legge istitutiva. Il Piano va attualizzato tenendo conto della tendenza Nazionale ed Internazionale di riduzione del consumo del suolo, ma anche per alzare una barriera invalicabile alla speculazione edilizia che in questi anni ha mostrato di indirizzarsi verso quest’area protetta riconosciuta patrimonio dell’Unesco e insignita da tanti riconoscimenti Nazionali e Internazionali, e per questo sempre più appetibile ai grandi speculatori.

6- Adottare misure di riduzione e risparmio del consumo idrico (insieme alla Consac) e dei rifiuti fino allo 0 insieme agli enti competenti, ai comuni e al mondo associativo e del volontariato.

7- Al fine di rivitalizzare tutte le nostre comunità fino al più piccolo paese creare una fitta rete di interrelazioni tra tutte le associazioni locali e i gruppi artistici, musicali e culturali con un adeguato sostegno da condividere con comuni, provincia e regione, dando vita a un piano di ampia collaborazione.

8- Gestione oculata e razionale del patrimonio del Parco al fine di migliorarne offerta e competitività al servizio dell’intero territorio e delle sue comunità; la gestione andrà decisa e condivisa con le realtà locali, sia istituzionali che associative ed imprenditoriali.

9- Utilizzare strumenti innovativi per rimpinguare il bilancio che per ora vive di soli fondi trasferiti per altro largamente insufficienti e sufficienti appena alla mera sopravvivenza.

10- Realizzazione del Centro della Biodiversità facendone un Centro di eccellenza e luogo di formazione, ricerca e master legato al mondo dell’università ed accademico aperto ai cervelli locali e non, attualmente in fuga.

11- Creare servizi di informazione,consulenza e sostegno delle piccole imprese aiutandole a crescere in qualità e a convertirsi, laddove necessario, ad attività compatibili con l’area protetta.

12- Formazione di talenti e formazione continua, insieme alle fondazioni ed associazioni del territorio, di amministratori, di dirigenti, di funzionari, di tecnici e di dipendenti che lavorano e operano nel Parco.                                                                                                                                      

13- Istituire una Banca di saperi e tecniche tradizionali e innovative.

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