Traffico internazionale di cocaina, condanne diventano definitive in Cassazione: ecco i cilentani nei guai

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Traffico internazionale di cocaina, condanne diventano definitive in Cassazione: ecco i cilentani nei guai

Sono 20 gli imputati che hanno visto diventare definitive le proprie condanne, inflitte dal tribunale, in Cassazione. Sono accusati a vario titolo di aver gestito un traffico internazionale di droga che, dal Sudamerica, veniva importata e spacciata nella piana del Sele tra Eboli e Capaccio. Il giro è stato scoperto nel 2011. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Salerno, furono effettuate dagli agenti della squadra mobile di Salerno, che eseguirono gli arresti: in manette finirono i presunti capi dell’organizzazione, corrieri e pusher. Ora molti dei condannati che sono in libertà dovranno scontare ognuno la propria pena in carcere. Le accuse contestate ad ognuno dei soggetti coinvolti nelle operazioni denominate ‘Last minute’ e ‘Last minute 2’, spaziavano dall’associazione finalizzata al traffico di droga, al possesso di armi, alla cessione di sostanze stupefacenti con l’aggravante dell’ingente quantità. L’inchiesta è stata condotta dall’Antimafia di Salerno e dal pm Maurizio Cardea.

Le sentenze d’Appello sono passate in Cassazione dove sono state confermate le pene di 6 anni e 8 mesi a Massimo Esposito di Eboli, 10 anni e 4 mesi Giuseppe Esposito di Capaccio, 6 anni e 10 mesi all’argentino Alejandro Favio Avalos, 4 anni e 6 mesi a Luigi Marotta di Eboli, 4 anni a Vincenzo Alessandrini di Eboli, 4 anni e 6 mesi a Carmela Giorleo di Eboli, 4 anni e 6 mesi a Emilio Barretta di Battipaglia, 4 anni e 8 mesi per Umberto Ciardi di Salerno, 2 anni e 6 mesi per Andrea Di Leo di Eboli, 2 anni e 6 mesi per Francesco Di Leo di Eboli, 4 anni e 4 mesi a Maurizio Gallo, 2 anni e 10 mesi a Giuseppe Giordano di Eboli, 4 anni e 6 mesi per Anastasio Grippa di Eboli, 2 anni e 4 mesi per Giuseppe Romolo Mallardo di Altavilla Silentina, 4 anni e 2 mesi per Francesco Nicolino di Eboli, 4 anni e 5 mesi a Nicola Patella di Capaccio e Gianluca Sabetta di Capaccio, 2 anni e 6 mesi per Biagio Scalcione di Palomonte e 2 anni e 6 mesi per Alfonso Sgroia, 37 anni di Atripalda. Quasi tutti i difensori (nel collegio Antonio Boffa e Pierluigi Spadafora) avevano presentato ricorso in Cassazione, ma la Suprema Corte ha confermato le condanne.

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Twitter @martinoluigi92

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