Castello di Marina di Camerota: situazione attuale e prospettive
| di Maria Antonia Coppola
“Sul castello, di sicuro, c’è un vincolo architettonico monumentale, risalente al dicembre 2004”, afferma Giosuè Saturno, urbanista del comune di Camerota.
Qual è la situazione in questo momento?
E’ stata fatta un’asta fallimentare il 17 maggio scorso, in conseguenza della quale è avvenuta un’aggiudicazione provvisoria.
Chi se l’è aggiudicato?
Si parla di una società di Somma Vesuviana o comunque di una cordata di imprenditori, ma non ne sono sicuro…e comunque non ci interessa più di tanto…
Direi che invece sia utile sapere chi per ora se l’è aggiudicato. E’ importante, visto il recente passato.
Questo senza dubbio. Aspetto notizie certe a riguardo.
Che succede in casi del genere?
L’iter è questo: dopo l’aggiudicazione provvisoria, si deve inoltrare una comunicazione al sovrintendente di zona, ovvero a quello di Salerno il quale dovrà comunicare a tutti gli enti che hanno 60 giorni di tempo per far valere il diritto di prelazione che hanno in questo caso gli enti pubblici. Dunque si sta aspettando che vengano fatte tali comunicazioni ufficiali.
Quindi ancora non sono scattati quei 60 giorni?
Noi siamo in contatto con l’ufficio vincoli della sovrintendenza. Non appena sarà il momento, ci verrà comunicato l’inizio di quei sessanta giorni. Poi dovremmo conoscere i particolari che io non conosco: quant’è costato, chi se l’è aggiudicato…
Dalle poche indiscrezioni che circolano, pare si sia partiti da una base d’asta di 2,5 milioni di euro. Lei cosa sa a riguardo?
A me risulta più bassa. Sono partiti da una base di 700mila euro circa.
Il rialzo, invece, intorno ai 50mila euro alla volta. Su questo non ho notizie ufficiali. A livello formale, invece, so per certo che l’ufficio vincoli della sovrintendenza non ha ancora ricevuto nessuna comunicazione.
Ricapitolando: in questo momento il castello è provvisoriamente aggiudicato ad un privato. Diversi enti pubblici hanno la possibilità di rilevarlo esercitando il diritto di prelazione di cui beneficiano. D’altra parte però, può accadere che in quei sessanta giorni, se non si muove nessuno, il castello rimane privato. E’ così?
Se l’ente pubblico interessato non ha la disponibilità economica per comprarlo e per attuarvi una struttura pubblica (perchè è questo il punto. Non serve a nulla comprarlo e poi tenerlo lì inutilizzato, come è accaduto in altre situazioni) può accadere che rimanga a chi se l’è aggiudicato. Anche se io penso che una volta acquistato dal pubblico, si possano sfruttare diversi fondi per sviluppare un progetto pubblico, ad esempio quelli del PSR 2007-2013.
Di quali Enti stiamo parlando in questo caso?
Secondo me è interessato il Parco Nazionale del Cilento. Anche la Provincia, che aveva stanziato un tot di denaro per comprarlo. Ora bisogna vedere se nel piano pluriennale provinciale della nuova amministrazione è stato confermata questa intenzione di investimento.
Qualora, dunque, non venisse esercitato il diritto di prelazione, cosa può fare il privato, a livello legale? Ha dei vincoli?
Certo. Nel castello, che è sottoposto a vincolo monumentale, si può fare solo manutenzione ordinaria, straordinaria e lavori di restauro e risanamento conservativo. Questo da un punto di vista edilizio. Per quanto riguarda la destinazione d’uso: è pubblica. Il piano regolatore ancora vigente prevede questo.
Perciò il privato, per legge, lo deve destinare ad uso pubblico. Dunque sono infondate quelle voci secondo cui qualcuno ci avrebbe fatto un albergo di lusso o degli appartementi o roba del genere? Non può accadere?
Può accadere, ma in questi termini: si adotta lo strumento del project financing, una sorta di patto tra il privato e l’ente pubblico. Ad esempio, si potrebbe concedere di fare un albergo solo in una parte del castello, in cambio dell’opera di restauro e risanamento conservativo.
Ma non è assurdo?
Io quella struttura la vedo come naturalmente destinata ad uso pubblico. Quello che dicevo riguardo a questa specie di patto privato-pubblico è fattibile solo il giorno in cui viene cambiato il piano urbanistico comunale. E per fare un piano urbanistico ci vuole un pò, un anno e mezzo se si è “fortunati”. Altrimenti pure tre anni.
Voi come nuova amministrazione avete già pensato ad un progetto per quell’area, ne avete parlato?
Le casse comunali sono in pessime condizioni. Dunque l’intenzione è quella di sollecitare altri enti pubblici ad esercitare quel diritto di prelazione e a comprarlo. Per quanto riguarda la riqualificazione del luogo, dovremo discutere, le possibilità potrebbero essere diverse. Ad esempio io ci vedrei un parco.
Per la struttura, bisognerà poi vedere cosa l’ente pubblico interessato vorrà farci. Ad esempio il Parco Nazionale potrebbe situarvi la sede dell’ente, o un museo. Sarà necessaria la concordia tra il comune e l’ente interessato. Se poi l’ente che lo acquista dà al comune la piena gestione, saremo noi a prevedere lì delle strutture pubbliche, come prevede l’ormai 20enne piano regolatore.
Siete già stati impegnati in opere di “sollecitazione” verso gli enti che potrebbero acquistarlo?
Ci sono già stati dei contatti informali tra il sindaco e il presidente del Parco che si è mostrato interessato ad un eventuale acquisto. Vedremo.
Dopo aver sentito l’assessore, sembrerebbe che le garanzie date dal piano regolatore vigente in relazione alla destinazione pubblica prevista per il monumento dovrebbero rassicurarci, ma l’esperienza passata ci fa capire che la situazione è traballante e incerta. Basti pensare allo scempio perpetrato nella struttura, allorchè l’ex proprietario aveva già avviato dei lavori per costruirvi degli appartamenti. Fu bloccato quando il danno architettonico era già gravissimo. E il piano regolatore vigente era lo stesso di oggi.
©Riproduzione riservata