Maxi blitz nel Cilento, proseguono gli interrogatori: gli indagati non rispondono

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Maxi blitz nel Cilento, proseguono gli interrogatori: gli indagati non rispondono

Continuano gli interrogatori degli indagati in merito alla maxi oparazione anti – droga condotta dai carabiniari di Vallo della Lucania.

A comparire dinnanzi al gip Elisabetta Garzo questa volta sono stati  Luca De Marco, Pasquale Mautone e Roberto Tomasco che come gli altri avrebbero preferito non rispondere alle domande del giudice.

I difensori degli indagati avrebbero chiesto la scarcerazione dei loro assistiti dopo che questi ultimi si sono proclamati estranei alla vicenda; intanto proseguono li indagini degli inquirenti che avrebbero accertato l’esistenza di una fiorente attività di spaccio che dal napoletano riforniva il Cilento.

Molti degli indagati sarebbero nomi noti alle forze dell’ordine anche per altri reati, mentre alcuni insospettabili si sarebbero rivelati un vero punto di approvigionamento per i comuni consumatori e per altri pusher della zona.

Attraverso nomi in codice quali carne, gelato, birra, nomi attribuiti a marijuana a cocaina, si sarebbero richieste le dosi che attraverso messaggio o telefonata arrivavano a domicilio (sia casa che ufficio). 

Il mercato della droga sarebbe stato gestito da Francesco Pinto di Casal Velino mentre il canale di approvvigionamento per il Cilento farebbe riferimento ad Antonio D’Angelo, originario di Ascea ma residente a Portici; tra gli acquirenti pare ci sarebbero imprenditori, dipendenti pubblici e studenti universitari.

Gli investigatori, inoltre, fanno sapere che l’importo di una dose in periodi di “magra” o per “roba” di ottima qualità era di 50 euro, più basso il costo di hashish e marijuana spacciate a 10 euro circa a dose; i pusher, poi, da quanto emerge dall’inchiesta trasportavano modici quantitativi di sostanza per ogni viaggio: fino ad un panetto di 250 grammi di hashish e circa 50 dosi di cocaina.

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