Agropoli, operazione antidroga: il presunto capo dei pusher cilentani non parla davanti ai giudici

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Agropoli, operazione antidroga: il presunto capo dei pusher cilentani non parla davanti ai giudici

E’ conosciuto con il soprannome di «Ricotta» il presunto capo dell’organizzazione di spacciatori sgominata dai carabinieri di Agropoli in una vasta operazione che ha portato all’arresto di dodici persone nei giorni scorsi. Alessandro Romano, 28 anni, è in carcere a Fuorni e resta muto davanti ai giudici del Tribunale di Salerno. Il suo legale, l’avvocato Luigi Spadafora, gli ha consigliato di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il legale ha poi annunciato ricorso al Riesame e, insieme al ricorso, ha presentato una richiesta di scarcerazione per Romano per motivi di salute.

Gli altri indagati Non sono stati ancora fissati gli interrogatori per le altre persone coinvolte nel caso. Stiamo parlando di Chiara Donnabella, 23 anni, fidanzata di Romano; Andrea Grimaldi 26 anni; Bruno Marotta 25 anni; Rosario Russo 21 anni; Alessio Graziano Cuoco 24 anni; Giuseppe Carillo 23 anni; Gerardo Manzo 21 anni. Tutte queste persone sono agli arresti domiciliari in attesa di essere ascoltati dal giudice. Poi ci sono gli indagati sottoposti all’obbligo di dimora: Vera Federica Donnabella, 20 anni, fidanzata di Grimaldi; Tonino Buccino 37 anni; Giovanni Barra 23 anni. Infine c’è Marco Giuliano, 23 anni, sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I particolari delle indagini Il lavoro degli inquirenti è stato coordinato dal colonnello Fabrizio Parrulli e dalla Procura di Vallo della Lucania. Dagli incartamenti di chi ha indagato sul caso è emerso che «Romano gestiva la ‘cricca’ nonostante per un periodo fosse agli arresti domiciliari». «Sempre Romano – sostiene chi indaga – acquistava la droga da Scampia per venderla ad Agropoli e nel Cilento». «Gli spacciatori che aiutavano Romano sono pregiudicati del posto», affermano ancora i carabinieri. Il negozio di Romano, di articoli sportivi poi sequestrato dai militari, «era il deposito della droga» secondo gli inquirenti. In un’intercettazione telefonica è emerso che un compratore contattava Grimaldi chiedendo «50 euro di fumo». «Se non ti infastidisce – si ascolta ai registratori degli investigatori – l’ultima volta sono venuto io al negozio di Alessandro, me lo desti, tu eri con la ragazza». Chi compra a volte dice di non avere i soldi, ma per i ragazzi non è un problema. Spesso la droga veniva venduta a credito e «quando gli assuntori non pagavano – si legge nel plico delle indagini – a volte venivano picchiati e minacciati».

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