Roscigno Vecchia: a spasso nel tempo e nei rifiuti

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Roscigno Vecchia: a spasso nel tempo e nei rifiuti

Continuano le inchieste di Giornale del Cilento sul perpetuo stato di degrado che colpisce in maniera trasversale il patrimonio storico, artistico ed archeologico del Cilento (vedi Sacco, Roscigno e Roccagloriosa).

È la volta di Roscigno Vecchia.

La presenza su territorio cilentano di una parte senz’altro consistente del patrimonio storico–artistico ed archeologico italiano deve rendere il nostro comprensorio particolarmente sensibile allo sviluppo di strategie nel settore della conservazione preventiva, e al sostegno di studi e ricerche scientifiche finalizzate ad assicurare il più possibile ottimali condizioni di conservazione.

Recenti studi ed indagini sul campo hanno evidenziato che negli ultimi anni il degrado dei materiali esposti all’aperto ha subito un’accelerazione ed in generale è stato registrato un incremento della velocità con cui alcuni processi di degrado evolvono nel tempo.

Nel valutare le cause di tale degrado l’inquinamento è risultato un fattore di pressione determinante per le superfici dei monumenti esposti all’aperto.

Un impatto ingente ed irreversibile a causa della mancanza di sistemi di autorigenerazione presenti invece negli esseri viventi.

La mia inchiesta questa volta mi ha condotta nel Parco Museo di Roscigno Vecchia costringendomi, ancora una volta, all’ennesima grave denuncia di un sito simbolo del Cilento interno, di un sito Patrimonio dell’umanità.

Rifiuti, erbacce e una fitta selva di rovi soffocano, opprimono, consumano la Città Museo.

Qui tra i vicoli e le piazzette ci si imbatte in ritagli di vita vissuta, ma anche, tragicamente, nella più drammatica delle realtà contemporanee: il degrado!

Le vecchie insegne delle botteghe, i portali dei palazzi gentilizi e delle case contadine raccontano la storia di un tempo che fu, una storia che oggi, forse, viene raccontata con una vera di amarezza in più per la dignità perduta e ancora non ritrovata.

Sarebbe il caso allora che gli addetti ai lavori si sedessero intorno ad un tavolo per definire una volta per tutte le competenze in materia di pulizia senza dover arrivare ogni volta a situazioni di emergenza e soluzioni tampone che francamente lasciano il tempo che trovano.

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