Polo ecologico di Vallo della Lucania: l’Ametrano furioso. Il giorno dopo

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Polo ecologico di Vallo della Lucania: l’Ametrano furioso. Il giorno dopo

L’Ametrano furioso, il giorno dopo. Il consiglio comunale di sabato 21 gennaio ha riservato molti spunti. In particolare Marcello Ametrano ha avuto molto da dire, o meglio, da ridire. Ha riservato attacchi a chi si è opposto al polo ecologico, a chi ha raccolto le firme per la petizione contro il polo ecologico e a chi, soprattutto, ha ricoperto un ruolo istituzionale in un passato non molto lontano. I destinatari di queste accuse hanno incassato i colpi, come si sa in un consiglio comunale la parola è riservata ai soli consiglieri. Ma la risposta non è tardata ad arrivare.
Ma quali accuse hanno tuonato all’interno di un gremito palazzo ex convento dei domenicani?

L’accusa di Ametrano. “Tarallo ha chiamato pollo Aloia – ha dichiarato Ametrano -, ma allora anche lui è stato un pollo per tanti anni siccome da presidente del parco (e non ce ne siamo accorti) ha dato nel 2007 l’assenso per la costruzione di un impianto di compostaggio in un area del parco. Allora era sindaco di Vallo Luigi Cobellis, e vicesindaco Marilù de Luca. Se uno è ambientalista lo deve essere sempre”. Le accuse contro Cobellis, De Luca e Tarallo non si sono fermate qui ma, poiché per Ametrano hanno strumentalizzato la vicenda Polo ecologico.

La replica del coordinamento “Nove gennaio duemiladodici”. Le accuse di strumentalizzazione di Ametrano si sono rivelate un boomerang. Ed ecco gli viene rivolta contro da Felice Pugliese del coordinamento “Nove gennaio duemiladodici”: “Il vicesindaco Ametrano Marcello ha raccontato come la mamma è stata costretta a firmare la petizione con l’inganno. Voglio ricordare a Marcello che la petizione (di 1450 firme) è firmata da me che ho ricoperto il ruolo di coordinatore (dopo essermi proposto tale) in questa faccenda. Consiglio il vicesindaco di agire legalmente nei miei confronti,data un accusa di questo spessore. E consiglio tutti i politici praticanti di non ‘strumentalizzare’ i propri sentimenti verso familiari e affini”.

Ma tornando alle accuse rivolte da Ametrano all’ex presidente del parco. Peppe Tarallo ha fatto suo l’invito del vicesindaco ed ha risposto, ma non è una novità per lui, con una conferenza stampa sui generis. E qual miglior modo che quello di utilizzare il social network per antonomasia? E così si legge in una nota su Facebook: “L’assessore Ametrano mi rinfaccia cose che evidentemente, lui assessore di Vallo e io presidente del parco, non mi rinfacciava;in parte forse dipende dalle sue giravolte politiche o dal coraggio di chi colpisce persone ormai senza ‘potere’. Mi ha dato una buona idea:quella di convocare una conferenza stampa per dire quello che (non) avrei fatto secondo lui. Sicuramente, se la dovessi fare lo inviterò e nei pochi minuti che durerà gli ricorderò quel poco che ho fatto e realizzato per Vallo stesso: la mia disponibilità al sito o impianto di compostaggio era di adesione a una proposta che riguardava pochi comuni e non comprendeva STIR e sito di stoccaggio di ‘residui’ quale è stata poi la proposta ora ritirata di ‘polo ecologico’; e quando non esistevano le nuove tecnologie di compostaggio di comunità e i livelli di raccolta differenziata non erano ancora quelli attuali”. 

Ma anche Tarallo ha da ridire sulle presunte strumentalizzazioni rinfacciate da Ametrano: “Non creda (Ametrano, ndr.) che il merito sia mio e che io sia in grado di strumentalizzare cittadini ed associazioni di Vallo e del Cilento: questo è un vecchio trucco che mira a non riconoscere il ruolo attivo e consapevole della cittadinanza come soggetto che interviene per tutelare direttamente interessi della comunità quando viene meno o va in senso contrario l’amministrazione comunale.  Non credo che il sindaco ha trovato – al contrario dell’assessore che ha disertato gli incontri – una folla di cittadini preda di una bieca strumentalizzazione. Anzi,in un affollatissimo incontro in cui io sono stato in silenzio,mi ha anche ringraziato per aver segnalato il contenuto e i vincoli del piano regionale che era stato approvato a metà dicembre e pubblicato il 27 dicembre e che la vostra amministrazione, con la sua struttura e i suoi consulenti pagati ignorava completamente e che l’assessore-vicesindaco avrebbe potuto e dovuto conoscere anche per le responsabilità che ricopre proprio nel settore dei rifiuti. E nelle discussioni ristrette o assemblee pubbliche non mi sono mai presentato con etichette politiche, sono stato sempre dal lato dei cittadini e mai alla presidenza e il più delle volte ,o quasi sempre, sono stato invitato a intervenire. Il mio contributo di idee ed esperienza l’ho dato perché richiesto quando la mia presenza era soprattutto di solidarietà e condivisione”.

L’affondo decisivo arriva a proposito delle dichiarazioni di Romano: “E come può imputare a mera strumentalizzazione – scrive Tarallo – l’idea e la convinzione che i cittadini vallesi si sono fatti a seguito dei carotaggi a Mazzavacche se la stessa cosa l’ha pensata l’assessore regionale (Romano, ndr.) e tanti altri?”.

Gli scenari futuri. Nonostante il ritiro della proposta del Polo ecologico durante il consiglio comunale di sabato 21 gennaio e le dichiarazioni dell’assessore all’ambiente della regione Campania Romano il quale ha detto che non è prevista alcuna discarica nel Cilento, la vicenda non è chiusa. Ci sono due indirizzi di giunta, leggasi emendamento (s)Fortunato, che potrebbero riaprire i giochi sul Polo ecologico di Vallo della Lucania, ma per fare ciò la regione Campania, o un eventuale commissario straordinario, dovrebbe passare sopra il corpo di direttive comunitarie, leggi nazionali e finanche leggi regionali.

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