Sapri ospita il Politecnico di Torino per gli studi su rischio alluvioni

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Sapri ospita il Politecnico di Torino per gli studi su rischio alluvioni

Dopo essere stato colpito ripetutamente negli ultimi anni da fenomeni alluvionali, il Comune di Sapri ha proposto e realizzato, insieme al Politecnico di Torino, uno stage tecnico centrato sull’esame di vari aspetti che determinano il verificarsi di eventi calamitosi di tipo idrologico ed idraulico.

Dal 15 al 20 gennaio Sapri ha ospitato un’equipe composta da dottorandi e da studenti dell’ultimo anno di laurea magistrale in ingegneria per l’Ambiente e il Territorio del Politecnico di Torino, guidata da Pierluigi Claps, professore ordinario di Costruzioni idrauliche e Idrologia e co-fondatore del CINID (Consorzio Interuniversitario per L’Idrologia).

Con la collaborazione dell’ufficio tecnico locale il gruppo di lavoro si è dedicato alla predisposizione di un quadro di riferimento tecnico dell’esposizione al rischio alluvionale del territorio di Sapri. E’ stata curata, in particolare, la ricostruzione delle modalità di deflusso delle piene nella rete di canali minori che attraversano la città, canali che procedono tutti in tratti posti sotto il livello stradale (tratti tombati).

Iniziando da un esame degli eventi storici che hanno colpito il territorio comunale, la campagna di raccolta di informazioni è stata indirizzata al reperimento di dati e cartografie provenienti da entità nazionali e alla consultazione di elaborati tecnici forniti dall’ufficio tecnico comunale, integrando il tutto con numerosi rilievi.

«L’attività condotta dall’equipe – fa sapere il comune saprese attraverso una nota stampa – ha consentito di approfondire e verificare le conoscenze pregresse sulle caratteristiche morfologiche, topografiche, idrologiche ed idrauliche del territorio, trasponendole in documentazione aggiornata. In questo modo, non solo si è creato un archivio digitale facilmente consultabile, ma si è anche definita una metodologia di analisi replicabile in altre realtà territoriali».

«La collaborazione – continua -, facilitata dal carattere sovra-regionale degli interessi del CINID, si è sviluppata in una logica di reciproco interesse: da un lato, gli studenti hanno avuto la possibilità di mettere in pratica, su un caso reale, le conoscenze acquisite durante il percorso di studi; dall’altro lato, l’amministrazione ha potuto beneficiare di assistenza volontaria qualificata, che ha contribuito a precisare i fattori di rischio idrogeologico ed a meglio definire ipotesi di interventi strutturali e non strutturali sulla rete idrografica cittadina».

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