Abusi edilizi in Cilento, cinque rinvii a giudizio

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Abusi edilizi in Cilento, cinque rinvii a giudizio

Abuso edilizio e abuso di potere in concorso. E’ questa l’accusa contestata dal pm Giancarlo Grippo, della Procura della Repubblica del tribunale di Vallo della Lucania, che ha chiesto il rinvio a giudizio per undici persone, tra tecnici e committenti dei lavori, per i fatti avvenuti tra il 2009 e il 2010 a Montecorice. Nell’udienza preliminare del 9 marzo il gip Valeria Campanile ha però accolto solo in parte le richieste del pubblico ministero ed ha rinviato a giudizio cinque persone. Si tratta di Carmine Miranda, Luisa Grimaldi, Grazia Longobardi e Aniello Squitiero. Oltre ai committenti dei lavori, è stato rinviato  a giudizio anche il funzionario responsabile del Suap Cilento, che aveva rilasciato il provvedimento autorizzativo unico, Antonio Santoro.

Non luogo a procedere invece per i funzionari della Soprintendenza, Vittorio Grieco e Giuseppe Zampino, rispettivamente responsabile di zona e soprintendente capo al momento dei fatti, perché «il fatto non sussiste» e dalle accuse di distruzione del paesaggio (insieme a Giuseppina Russo, Matteo Pastore, Cosimo Vastola e Gabriele Schiavo) per «non aver commesso il fatto». Dovranno affrontare il processo gli altri cinque.

Il dibattimento, che inizierà il 22 settembre 2016 avanti al tribunale di Vallo della Lucania in composizione collegiale, riguarda la costruzione di una struttura  su due piani composta da 4 unità abitative indipendenti e con giardino nell’area sottoposta a vincolo zps nel Comune di Montecorice. Al centro della vicenda ci sono una serie di autorizzazioni «in violazione di legge» che avrebbero permesso la realizzazione di lavori edilizi in località San Nicola di Montecorice. I funzionari, secondo la Procura di Vallo, avrebbero rilasciato provvedimenti autorizzativi su istigazione dei committenti, in mancanza ovvero eludendo i necessari controlli di legge. 

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