A Torraca vince il «sindaco cameriere»

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A Torraca vince il «sindaco cameriere»

Giunge in redazione la mail di Dario Cattel in merito alla vittoria a Torraca di Domenico Bianco, il candidato sindaco che con 438 voti, 14 voti di scarto rispetto alla lista Uniti per Torraca capeggiata da Roberta Cosentino, ha vinto le elezioni comunali nel comune a sud del Cilento. La pubblichiamo integralmente.

Non si tratta della solita demagogia. I media da sempre plagiano la nostra informazione attraverso notizie tali da farci ritenere encomiabili e meritevoli di elogi gesta di personaggi politici che hanno sfruttato e sfruttano, nel vero senso del termine, specifici ruoli e/o azioni che li rendessero e li rendano più vicini al popolo, più apprezzati dalla gente e dunque dall’opinione comune. In un’unica parola, più Pop. Prima fu il caso di Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino dal 2001 al 2011, il quale vestì i panni del cameriere durante un pranzo di gala, in occasione degli homeless cittadini presso un prestigioso Hotel del centro torinese; poi Roberto Ceraolo, Sindaco in auge a Sacile in Friuli-Venezia Giulia, resosi protagonista del servizio ai tavoli in occasione di un aperitivo presso un Bar del centro. Atto di solidarietà per le famiglie meno abbienti e tempestate dalla crisi; poi ancora Virginio Merola, tutt’ora sindaco di Bologna, cameriere come da tradizione per la storica festa dell’Unità, dove si distinse per le notevoli abilità balistiche nel trasporto di più piatti contemporaneamente; ed infine, la particolare intuizione turistica presso Colalzo di Cadore, località veneta dove già da qualche anno, in piena estate, i Sindaci si rendono artefici della realizzazione di una vera e propria cena popolare in cui offrono, in prima persona, il servizio ai tavoli.

Come già accennato in precedenza, tutti esempi di presa in prestito e sfruttamento di un ruolo e di una professione delle più vicine al popolo ed amalgamata allo stesso nel modo più profondo e viscerale possibile, con l’unico intento di migliorare o ampliare un’icona, un’immagine politica che di per sé scricchiola e che viene ritenuta dalla gente sempre meno costrutta ed intrisa di valori. Ebbene, non è questo il caso di Francesco “Domenico“ Bianco, neo Sindaco dell comune di Torraca, piccolo borgo della provincia salernitana, nel basso Cilento campano, alle elezioni comunali di Maggio 2014. Un perfetto esempio di persona pulita, libera intellettualmente e slegata da giochi politici. Un ragazzo volenteroso, con il sorriso stampato in volto e la voglia di prestare alla collettività la propria predisposizione al sacrificio per il conseguimento del bene comune. Un emblema positivo per chi crede che con l’impegno, la serietà ed il sacrifico appunto, incontestabile peculiarità riconosciutagli da tutti, possa afferrare le redini amministrative di una società che, ora più che mai, ha bisogno di vedere ripristinati i valori, riposizionando i tasselli nel modo “giusto”, ma quel “giusto” vicino alla gente.
Francesco, conosciuto da tutti con il nome Domenico, è un modello per tutti i giovani che vogliono diventare parte attiva di un’amministrazione comunale, attraverso la voglia e le competenze.

Settantottino, marateota di nascita ma torrachese di indole, è innamorato del proprio paese (Torraca) tanto da aver scelto di mettersi in gioco per rinverdirla. Domenico è attivo politicamente da quattro anni, è membro della “Lista per Torraca”, con cui oltre ad esserne il candidato Sindaco, ha occupato le poltrone municipali come gruppo di minoranza ed opposizione. La sua passione per la politica era fervente già da bambino, quando per strada con gli amici giocava ad eleggere un Sindaco, vincendo sistematicamente. Già da piccolo dunque  fermentavano in lui l’esigenza e la voglia di cambiare oltre all’accentuarsi di caratteristiche e peculiarità tipiche di una persona ben voluta da tutti grazie alla propria semplicità, al proprio modo onesto di fare ma soprattutto grazie a quel sorriso perenne che lo contraddistingueva nel grigiore dei soliti musi lunghi. Tutte cose che lo hanno aiutato nel proprio lavoro di cameriere presso il locale di famiglia e che anzi, ha potuto affinare nel corso degli anni attraverso il dialogo con le persone, il relazionarsi con queste ed il condividere con queste appunto, la maggior parte delle giornate.

Domenico in un primo momento però era titubante, si era lasciato intimorire dalle insidie che un atto di coraggio, come quello di candidarsi a Sindaco di una comunità, può nascondere. Anche la titubanza dei propri familiari ha avuto inizialmente un gravoso peso in merito ad una sua eventuale scelta. Ma l’individuazione in lui come figura giusta a rappresentare la gente, attraverso le tante dimostrazioni di stima e affetto da parte di amici e persone vicine, gli ha permesso di fugare tutte le incertezze, convincendo se stesso, la moglie Giuseppina e la propria famiglia ad appoggiare in toto questa coraggiosa scelta. Senza dubbio il lavoro di cameriere presso il proprio locale “Pizza House”, pizzeria a gestione e conduzione familiare dal 1997, entrato, per merito, a far parte della tradizione culinaria saprese, lo aiuterà nell’attività politico-amministrativa che della vicinanza al popolo dovrebbe farne principio cardine, ma che purtroppo non sempre avviene, dimenticandosi che si è eletti e si amministra da e per il popolo. Domenico sembra sincero nel confidare di non avere particolari ambizioni politiche o astruse megalomanie, anzi pone al centro del proprio operato il dover risanare un disastroso bilancio comunale ereditato, ma soprattutto ristabilire una coesione sociale tipica dei piccoli centri urbani e persa a causa della cattiva politica portata avanti in questi anni.

Ma la cosa che più colpisce è la promessa che Domenico fa, cioè di non abbandonare il lavoro di cameriere, una missione per lui, che per quanto possibile cercherà di protrarre nel tempo indipendentemente dagli esiti dell’attività politico-amministrativa e con lo stesso impegno e dedizione di sempre, senza cambiarne in nessun modo l’approccio. Dunque cosa aggiungere ancora se non lasciarvi con l’augurio e con la speranza che, in futuro, questi non siano solo singolari episodi da raccontare. In bocca al lupo Domenico.

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