Il chitarrista Andrea Braido si racconta tra collaborazioni famose e lavori da solista

| di
Il chitarrista Andrea Braido si racconta tra collaborazioni famose e lavori da solista

Quando si parla di grandi chitarristi italiani il nome di Andrea Braido è uno dei primi a saltar fuori dal cilindro. È stato turnista di Patty Pravo, Francesco Baccini e Mina. Dall’89 al ’93 è invece chitarrista di Vasco Rossi. Accompagna in tournée artisti quali Adriano Celentano, Antonella Ruggiero, Enzo Jannacci, Angelo Branduardi, Frank Gambale, Laura Pausini, Zucchero ed Eros Ramazzotti. Nel 2001 e 2002 suona come prima chitarra nell’orchestra del programma “Stasera pago io” di Fiorello, in onda su Rai Uno. Andrea sarà dal vivo sabato 29 ottobre ad Acciaroli, presso gli spazi del Senza Fondo. Per l’occasione l’abbiamo intervistato.

D: Ciao, Andrea: per iniziare parlaci un po’ del tuo percorso artistico.

R: Ho iniziato a suonare da giovanissimo, all’età di 4 anni, assecondando la forte attrazione che avevo nei confronti del mondo delle percussioni. A 12 ho scoperto la chitarra che è diventata il centro della mia espressione artistica. Ho assorbito più che potevo suoni e stili differenti in tutti gli anni della mia giovinezza. Una prima grande svolta è stata sicuramente il viaggio negli Stati Uniti, tra New York e Boston, dove ho potuto confrontarmi con i più grandi jazzisti del mondo. Una volta rientrato in Italia posso dire che la mia attività musicale si è trasformata da passione in professione iniziando collaborazioni con moltissimi artisti italiani ed internazionali. Da Vasco a Patty Pravo, da Eros alla Pausini. Ho girato il mondo in tour, suonato sui grandi palchi, vissuto esperienze televisive. Ho concretizzato anche molte produzioni da solista con album pubblicati negli anni che, tutt’ora, hanno un mercato. Lavoro molto anche nel campo della didattica cercando di trasmettere la mia passione per la tecnica, per la necessità che ogni musicista ha di crescere, di puntare sempre ad una performance migliore. Molti miei allievi mi hanno dato grandi soddisfazioni e, alcuni di loro, suonano in tour con importanti artisti. Oggi sono concentrato solo sulla mia attività personale, suono molto in tutta Italia con diversi progetti musicali. Credo che la mia attività possa essere definita un tributo alla musica di qualità e sento che questo, il pubblico, lo apprezza molto.

D: Hai collaborato con una miriade di artisti italiani e internazionali, uno più importante dell’altro: non li citerò io ma chiedo a te di dirmi quali sono state le esperienze che più ti hanno emozionato e segnato come artista.

R: È vero : ho suonato con moltissimi artisti a livello nazionale ed internazionale. Ogni esperienza credo sia stata significativa a modo suo. Il grande pubblico associa il mio nome a Vasco e sicuramente, quello, è stato un periodo molto intenso che ha segnato la mia carriera. Ma i momenti significativi, devo dire, sono stati davvero molti. Non vivo le mie collaborazioni musicali come una classifica: sul palco, qualsiasi palco e con qualsiasi artista, ho sempre dato il massimo dando carattere all’esecuzione e cercando di trasmettere energia creativa.

D: Parlaci un po’ ora dei tuoi lavori da solista.

R: Ho inciso diversi dischi come solista, cimentandomi anche in generi diversi: da “Sensazioni nel Tempo” a “Braidus in Funk” fino al lavoro con la Bulgarian Orchestra. Sono tutti lavori che il pubblico ha apprezzato molto: dedicarmi alla composizione è stato un passo fondamentale nella mia carriera che mi ha dato la possibilità, tra le varie cose, di essere conosciuto e stimato come polistrumentista oltre che come chitarrista puro.

D: Suonerai sabato 29 ottobre al Senza Fondo di Acciaroli, con il Rock Trio: cosa deve aspettarsi il pubblico dal tuo concerto?

R: Sicuramente tanta energia. Suoneremo un repertorio rock con brani che hanno fatto la storia. Credo che qualità e divertimento saranno i due ingredienti principali della serata.

D: Progetti attuali e futuri?

R: In questo periodo sto girando con tre diversi progetti: un tributo al mondo del rock dal titolo LET’S ROCK, un omaggio ai Deep Purple ed un tributo a Hendrix. Mi capita poi, spesso, di essere invitato per jam session, per percorsi di didattica o in giurie. Devo dire che la mia attività è molto intensa ed in continuo crescendo.

Consigliati per te

©Riproduzione riservata