Sapri incompiuta, un viaggio tra i cantieri incompleti della città della Spigolatrice

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Sapri incompiuta, un viaggio tra i cantieri incompleti della città della Spigolatrice

L’acqua non c’è. Nella piscina comunale di Sapri non c’è mai stata, perchè l’opera, iniziata, non è stata mai finita. I cittadini della città della Spigolatrice non possono neanche sedere le poltrone del cine-teatro Ferrari; anche in questo caso l’opera tarda a vivere lo splendore che vent’anni fa l’ha, invece, resa la protagonista assoluta delle serate spensierate degli abitanti dell’intero Golfo di Policastro.

E’ la storia delle incompiute di Sapri, una storia che i sapresi conoscono bene. La loro cittadina, infatti, 7 mila abitanti a sud di Salerno, è soffocata da opere pubbliche in parte realizzate ma quasi tutte abbandonate prima del brindisi d’inaugurazione.

C’è il cementificio, struttura che doveva essere realizzata nella città di Sapri intorno al 1950, oggi imponente scheletro di amianto ed eterna promessa, mai mantenuta, di essere abbattuta.

C’è il terminal turistico del porto in località Brizzi, da tempo completato ma mai entrato in funzione.

La follia della piscina comunale. Dopo Torraca, anche Sapri si è preparata a realizzare l’impianto per ospitare una piscina semi-olimpionica. L’investimento, pari a 2 milioni di euro, però, non ha ancora dato i suoi frutti.

Il progetto è partito nel novembre del 2009 (dunque, sembrerebbe prima di quello di Torraca), ma dopo due mesi la chiusura del cantiere a causa delle dimissioni del direttore dei lavori per “inadempienze del Comune nell’iter amministrativo e per la contrarietà da parte delle autorità di Bacino”.

L’area, infatti, è una zona a rischio idrogeologico ma il comune di Sapri è riuscito ad avere comunque il nulla osta a proseguire il progetto ma a termini scaduti; da contratto i termini di costruzione dovevano limitarsi ad un anno. A fine settembre 2011, dopo due anni di stop, il via libera per la riapertura del cantiere in prossimità del campo sportivo “Italia”.

La follia è rappresentata dal fatto che a 10 km esiste già da qualche anno un’altra piscina comunale semi-olimpionica che, sola, riesce a coprire l’intero bacino di utenza del Golfo di Policastro. Ed inoltre il cantiere continua a sorgere in un’area a rischio idrogeologico.

Dunque: il rischio che quest’ultima, vista la vicinanza a quella di Torraca, possa diventare un altro scheletro, un’altra opera incompleta come il cementificio il località Pali.

Lo spettacolo del cine-teatro Ferrari. L’imponente sovrana di piazza Regina Elena è abbandonata da quasi vent’anni ai bei ricordi dei tempi che furono. Anche in questo caso, come per la piscina semi-olimpionica, la zona sulla quale è stata eretta è stata dischiarata a rischio sismico ed è pertanto una struttura costruita senza i criteri della nuova normativa antisismica perchè realizzata agli inizi degli anni ’50.

Insomma, una struttura “con un buon grado di staticità e sicurezza” – come hanno scritto i tecnici nella relazione dopo aver esaminato l’immobile – che però non è stata adeguata alla normativa antisismica vigente, il che potrebbe rivelarsi pericoloso per le 900 persone che la struttura è in grado di ospitare.

Nel 2010, comunque, dopo due anni di silenzio (la struttura diventa di proprietà del comune nel 2007) ed uno di attesa per l’arrivo dei finanziamenti da parte della regione Campania pari a 2 milioni di euro, l’inizio dei lavori tra le polemiche dei cittadini e i ricorsi delle ditte escluse dall’appalto.

Anche su questo spettacolo, come sulle altre opere pubbliche di Sapri, il sipario non si è ancora alzato.

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