Inchiesta ‘Chernobyl’ Vallo di Diano, M5S su campo contaminato |VIDEO

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Inchiesta ‘Chernobyl’ Vallo di Diano, M5S su campo contaminato |VIDEO

Il Movimento 5 Stelle della regione Campania continua a far leva sull’inchiesta Chernobyl che stava ormai rischiando di essere seppellita nonostante la sua notevole gravità. Venerdì 22 è infatti stato pubblicato sulla pagina ufficiale del Movimento un video-reportage. A primo impatto può sembrare un semplice video raffigurante un campo nel quale pascolano delle pecore. La situazione appare infatti normale fin quando Antonio Curcio, attivista M5S Vallo di Diano e Cilento, afferma: «Questa è un’area individuata dalla procura della repubblica in cui sono stati versati dei rifiuti, prodotti organici miscelati e mischiati con altri prodotti che facevano sembrare questo prodotto finale come un prodotto adatto per l’agricoltura». Dietro Curcio, un’immensa distesa verde con decine e decine di pecore. «Se c’è un’indagine della procura allora significa che qualcosa di anomalo c’è – continua Curcio -, allora chiediamo che queste aree vengano bonificate se c’è pericolo per la salute pubblica». La parola passa poi a Michele Cammarano, M5S Campania, che dopo aver invitato il cameraman a mettere bene in evidenza l’area, sottolinea: «Questa è una delle quattro zone (nel Vallo di Diano) che la procura di Santa Maria Capua Vetere ha individuato come luoghi dove sono stati versati fanghi tossici». L’obiettivo che si è posto Michele ed il M5S è infatti proprio questo: fare luce su questa tematica e sollecitare le istituzioni alla massima trasparenza. «Qui il Vallo di Diano ha bisogno di sapere la verità», afferma. Dopodiché Cammarano lancia un’iniziativa, cioè quella di fissare un incontro con i sindaci del Vallo di Diano per capire quali manovre hanno effettuato, a livello comunale, per la sicurezza ambientale delle proprie terre. 

Infine, al microfono Vincenzo Viglione del M5S Campania, che aggiunge: «Si e sempre pensato che il vallo di diano e il Cilento fosse incontaminato e in realtà poi leggiamo i documenti della procura e scopriamo che ci sono terreni anche da queste parti che sono interessati a versamenti di fanghi tossici provenienti dalle operazioni di depurazione ed è la storia che si ripete come è avvenuto nel casertano e nel napoletano».

Quello che spiega Michele, come scritto nei documenti delle repubblica,  è che questi ‘fanghi’ dovevano essere sottoposti a diversi trattamenti prima di effettuare lo smaltimento. Ma nessun trattamento è stato mai effettuato e che di conseguenza questi fanghi sono stati rigettati su terreni che «sono il cuore pulsante dell’economia del Cilento e della Campania in generale».  

          

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