«Quante altre vite dovremo contare?»: l’Aifvs chiede interventi urgenti sulla Cilentana

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«Quante altre vite dovremo contare?»: l’Aifvs chiede interventi urgenti sulla Cilentana

«Quante altre vite dovremo contare prima che la Cilentana smetta di essere un bollettino di guerra?» È la domanda, amara e retorica, con cui Teresa Astone, referente per i progetti dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada di Salerno e Cilento (Aifvs APS), la presidente nazionale Giuseppa Cassaniti e l’avvocato Gianluca Iaione aprono la loro riflessione sull’ennesima tragedia avvenuta lungo la SS 18 Cilentana, una delle arterie più trafficate e pericolose del territorio.

«La domanda è retorica – prosegue Astone – ma la sua eco dovrebbe risuonare come un allarme nelle stanze del potere. Non possiamo più accettare che un’arteria vitale per l’economia e la vita del Cilento sia considerata sistematicamente un’area ad alto rischio mortale

Secondo la referente Aifvs, le tragedie che si susseguono non possono essere archiviate come “fatalità”: «Sono il risultato prevedibile di un mix letale – denuncia – fatto di infrastrutture che non perdonano l’errore umano, alta velocità e distrazione. Non basta piangere le vittime o chiudere la strada a posteriori per i rilievi: le istituzioni, da Anas alla Regione Campania, hanno il dovere morale e tecnico di intervenire radicalmente

Astone invita a superare l’idea che la sicurezza dipenda solo dalla prudenza degli automobilisti: «È tempo di trasformare questa Strada della Morte in una Strada Sicura, implementando un piano di prevenzione che agisca sulla struttura, sul controllo e sulla mentalità di chi guida. Ogni giorno di ritardo è un potenziale lutto in più

Il Piano di Prevenzione proposto da Aifvs

L’associazione propone un piano articolato su tre pilastri fondamentali: infrastruttura, controllo e cultura della guida: 1. Interventi strutturali e di ingegneria stradale (ANAS e Regione Campania); Installazione di barriere New Jersey o simili per eliminare gli scontri frontali nei tratti più pericolosi; Miglioramento della segnaletica orizzontale e verticale, con vernici ad alta rifrangenza e cartelli più chiari nei punti critici; Interventi mirati su curve e svincoli, con bande rumorose e migliore illuminazione; Manutenzione straordinaria e continua per manto stradale e viadotti. 2. Controlli e deterrenza (Polizia Stradale e Prefettura); Installazione di sistemi di misurazione della velocità (Tutor e autovelox fissi) nei tratti più a rischio; Aumento delle pattuglie mobili, soprattutto nei weekend e nelle ore notturne; Controlli mirati contro distrazione e uso del cellulare, oltre che sul rispetto delle cinture di sicurezza.

    «Dobbiamo smettere di delegare la sicurezza alla sola prudenza degli automobilisti. È tempo di trasformare questa “Strada della Morte” in una “Strada Sicura», implementando un piano di prevenzione che agisca sulla struttura, sul controllo e sulla mentalità di chi guida. Ogni giorno di ritardo è un potenziale lutto in più” conclude la nota.

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