Si è aperta questa mattina al Tribunale di Salerno la seconda udienza preliminare sul caso dell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso la sera del 5 settembre 2010 con nove colpi di pistola mentre rientrava a casa. Dopo quindici anni di indagini, depistaggi e piste interrotte, la giustizia prova ora a dare un nome e un volto al delitto che scosse il Cilento e l’intero Paese.
Alla sbarra, accusati di concorso in omicidio con metodo mafioso, figurano l’ufficiale dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, l’imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano e l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso. Il quinto indagato, Giovanni Cafiero, risponde invece di traffico di stupefacenti.
Nel corso dell’udienza, presieduta dal Gup Giovanni Rossi, il tribunale ha ammesso come parti civili numerose istituzioni: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i ministeri di Giustizia e Interno, la Regione Campania, la Provincia di Salerno, l’ANCI, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il Partito Democratico, il Comune di Pollica, oltre alle associazioni Libera, Avviso Pubblico, Polis e a Bruno Humberto Damiani, ingiustamente coinvolto nelle prime indagini.
Escluse invece la Fondazione Angelo Vassallo – Sindaco Pescatore, poiché costituita dopo i fatti, insieme a Legambiente Campania, al circolo Mediterraneo Pollica Città Slow, Emergenza Legalità e Asmel.
La prossima udienza è fissata per il 14 novembre, data in cui dovrebbe aprirsi il dibattito tra accusa e difesa e arrivare la decisione del Gup sulla richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, Vassallo avrebbe scoperto un traffico di droga nella zona e sarebbe stato assassinato per impedirgli di denunciarlo. Restano aperti due filoni d’indagine: uno dedicato proprio al narcotraffico, l’altro all’individuazione dell’esecutore materiale.