Lungo il lato sud di Capo Palinuro, vicino alle spiagge del Buondormire, della Marinella e dell’Arco naturale, sorge dal mare una formazione rocciosa di particolare fascino. Vista dalla giusta prospettiva, la sua forma ricorda un coniglio accovacciato, con la testa rivolta verso la costa come se volesse raggiungerla.
Un tunnel subacqueo attraversa il Coniglio all’altezza del “collo”, rendendolo molto invitante per gli amanti delle immersioni. La gente del posto vi si reca anche per raccogliere il finocchietto di mare (critamo): pianta spontanea considerata una vera delizia in cucina, utile peraltro nella preparazione di un ottimo liquore. Il critamo del Coniglio è più apprezzato di quello che fiorisce lungo la costa.
L’isolotto ha poi suscitato l’interesse di alcuni archeologi. I ritrovamenti, tra cui mattoni di fattura eleatica, raccontano di frequentazioni antichissime, probabilmente legate al culto del Sole o di divinità marine. Un’altra ipotesi suggestiva, suggerita dalla presenza di frammenti di ceramica nordafricana risalenti al VI secolo d.C., vuole che ospitasse nei periodi estivi un monaco bizantino, nell’epoca in cui il Cilento era territorio di confine tra il principato longobardo di Salerno e la Calabria bizantina.
Queste scoperte interessanti aggiungono fascino a uno scoglio già iconico, vividamente impresso nell’immaginario dei residenti e dei turisti che ogni estate ne frequentano i dintorni.
Perché se a Palinuro mito, storia e paesaggio si confondono, allora, proprio come nei miti e nelle favole, può accadervi l’impossibile: anche che un coniglio si erga solitario in mezzo al mare, quasi fosse uscito dal paese delle meraviglie di Lewis Carroll.



