È iniziato davanti al tribunale di Salerno il processo per la morte del piccolo Francesco Pio, il bimbo di appena 13 mesi sbranato dai due pitbull dei vicini di casa. Alla sbarra ci sono i proprietari degli animali, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, entrambi originari di Battipaglia ma residenti a Eboli, accusati di omicidio colposo in concorso per omessa custodia dei cani.
L’udienza si è aperta ieri mattina davanti al giudice monocratico della terza sezione penale, dottoressa Di Filippo, con l’ammissione delle prove e la costituzione di parte civile della madre del bambino, rappresentata dall’avvocato Vittorio Schettino.
Secondo la ricostruzione della procura, i due imputati avrebbero affidato temporaneamente i pitbull “Pablo” e “Totò” alla madre del piccolo e ai due zii, nonostante fossero consapevoli della loro indole aggressiva e della difficoltà nel gestirli. Sarebbe bastato un attimo: i cani, sfuggiti al controllo, avrebbero assalito il bambino nel giardino dell’abitazione di Eboli, provocandogli ferite gravissime.
L’aggressione si consumò in pochi istanti, senza che i familiari riuscissero a intervenire. Il piccolo Francesco Pio morì sul colpo. L’autopsia evidenziò lesioni alla nuca e la frattura della colonna vertebrale, ritenute fatali.
La procura sottolinea anche un precedente significativo: un mese prima della tragedia, gli stessi cani avevano ucciso un altro animale domestico, episodio che – secondo l’accusa – avrebbe dovuto spingere i proprietari a maggiore prudenza.
I legali della difesa, gli avvocati Daniele Olivieri e Alfonso Criscuolo, contestano la ricostruzione accusatoria e intendono chiarire chi, tra le persone presenti quel giorno, avrebbe dovuto garantire che i cani restassero chiusi.
Un processo complesso, destinato a far rivivere una delle vicende più drammatiche che hanno scosso la comunità di Eboli e dell’intero territorio salernitano. Dopo la morte del piccolo Francesco Pio, la città proclamò il lutto cittadino e centinaia di persone parteciparono a una fiaccolata in sua memoria.



