Con l’arrivo dei primi freddi autunnali, l’attenzione di veterinari e associazioni animaliste torna su una categoria spesso invisibile ma numerosissima: i gatti che vivono all’aperto, nei giardini privati, nei cortili condominiali o nelle piccole colonie feline di quartiere. Animali indipendenti per natura, i gatti sono in grado di adattarsi a condizioni climatiche difficili, ma questo non significa che il calo delle temperature non rappresenti un rischio.
I felini che trascorrono molte ore fuori casa, pur essendo più resistenti rispetto ai cani di piccola taglia, possono soffrire il freddo soprattutto quando si verificano sbalzi termici rapidi, pioggia persistente o gelate notturne. Per loro, il pericolo principale è l’ipotermia, una condizione che può insorgere già con temperature prossime ai 5°C, soprattutto in gatti anziani, malati, molto giovani o con il pelo corto.
Gli esperti sottolineano che le prime settimane di freddo sono le più delicate: «Il corpo del gatto ha bisogno di tempo per adattarsi al cambiamento climatico», spiegano da diverse cliniche veterinarie. «Fornire riparo e alimentazione adeguata è essenziale per prevenire problemi respiratori e abbassamenti della temperatura corporea».
Rifugi: semplici, asciutti e ben isolati
Uno dei primi interventi utili consiste nel mettere a disposizione rifugi termici, anche improvvisati ma funzionali. Una piccola cuccia in legno, una cassetta coibentata o una scatola di plastica con ingresso laterale possono diventare per il gatto un luogo sicuro dove ripararsi dal vento e dall’umidità.
Gli elementi da garantire sono tre:
Isolamento dal terreno, con un pannello di legno o polistirolo. Interno caldo ma non umido, con coperte in pile o paglia (la paglia resta il materiale migliore perché non trattiene umidità). Apertura ridotta, per evitare dispersione termica.
Per le colonie feline, molte associazioni consigliano l’uso di piccole cucce multiple, facili da pulire e riposizionare all’occorrenza.
Acqua e cibo: il freddo aumenta il fabbisogno energetico
Quando le temperature scendono, i gatti consumano più energia per mantenere la temperatura corporea. È quindi utile:
aumentare leggermente le porzioni, soprattutto se si tratta di gatti che vivono esclusivamente all’aperto; preferire cibo ad alto contenuto proteico; controllare che le ciotole dell’acqua non gelino durante la notte.
L’idratazione è spesso sottovalutata, ma resta fondamentale anche nei mesi freddi.
Attenzione alla salute: raffreddori e parassiti non vanno in letargo
I primi freddi possono favorire la comparsa di malattie respiratorie, soprattutto nei gatti non sterilizzati o non vaccinati. È utile osservare eventuali segnali di allarme, come:
starnuti persistenti, occhi lacrimanti, perdita di appetito, letargia.
Contrariamente a quanto si pensa, alcuni parassiti — come pulci e acari — sopravvivono anche d’inverno, soprattutto se trovano ripari caldi. Una prevenzione costante è quindi raccomandata.
Gatti di giardino sì, ma non dimenticati
Il gatto da esterno non è un animale “abbandonato”, ma un felino con forte indole territoriale e spiccata autonomia. Tuttavia, autonomia non significa autosufficienza. Con piccoli accorgimenti, dalla cuccia coibentata al controllo della salute, è possibile garantirgli una vita all’aperto sicura anche nei mesi più rigidi.
Il freddo, insomma, non è un nemico imbattibile. Ma richiede attenzione, cura e la consapevolezza che anche il più libero dei gatti ha bisogno — ogni tanto — di una mano umana.



