L’indagine sull’omicidio avvenuto sabato sera a Santa Cecilia di Eboli entra nella fase più delicata. Dopo l’arresto dei tre sospettati – due uomini di 28 e 33 anni e una donna di 34, tutti di origine marocchina – gli investigatori stanno cercando di ricostruire minuto per minuto ciò che è accaduto all’interno dell’abitazione dove un 35enne, connazionale dei fermati, è stato ucciso con un’arma da taglio.
Quando le forze dell’ordine sono entrate nell’appartamento, allertate da una segnalazione di una violenta lite, si sono trovate davanti una scena agghiacciante: il corpo dell’uomo riverso a terra, ferito mortalmente da più colpi, e segni evidenti di colluttazione in ogni stanza. Sedie rovesciate, oggetti sparsi, tracce lasciate nella concitazione del momento: l’ambiente parlava chiaramente di un confronto degenerato in tragedia.
Gli investigatori hanno immediatamente delimitato l’area e iniziato i rilievi, raccogliendo impronte, analizzando schizzi ematici e sequestrando il coltello ritenuto compatibile con le ferite riportate dalla vittima. Gli inquirenti stanno verificando anche la presenza di eventuali telecamere di videosorveglianza nella zona, utili a tracciare i movimenti delle persone coinvolte prima e dopo l’aggressione.
Il 35enne, risultato privo di permesso di soggiorno, sarebbe stato all’interno dell’abitazione insieme ai tre fermati poco prima della lite sfociata nel delitto. I tre individui, individuati in tempi rapidi dagli investigatori, sono stati trasferiti nel carcere di Fuorni. Restano ora da chiarire i motivi alla base della violenta disputa.
Le indagini proseguono senza sosta. Gli investigatori sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica, il ruolo di ciascun fermato e verificare eventuali responsabilità individuali o concorrenti. Nelle prossime ore potrebbero emergere ulteriori dettagli utili a definire il quadro completo della vicenda.
Un omicidio avvenuto tra le mura di un’abitazione che ora, in attesa di risposte definitive, resta il fulcro degli accertamenti tecnici e investigativi.
