22 Novembre 2025

Consiglio di Stato: stop al self check-in per gli affitti brevi

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Consiglio di Stato: stop al self check-in per gli affitti brevi

Il Consiglio di Stato mette un punto fermo sul tema del riconoscimento degli ospiti nelle strutture ricettive, affitti brevi compresi. Con una sentenza depositata ieri, 21 novembre 2025, i giudici di Palazzo Spada hanno definitivamente ripristinato l’efficacia della circolare del Viminale sul riconoscimento de visu degli alloggiati, annullando la precedente decisione del Tar Lazio che, lo scorso maggio, ne aveva sospeso le indicazioni.

Cosa cambia per gestori e host

Secondo la pronuncia, il gestore non può limitarsi a raccogliere copia dei documenti e inviare codici d’accesso a porte o cassette porta-chiavi: è sempre necessario accertare l’identità dell’ospite, verificando che chi accede alla struttura corrisponda realmente al titolare del documento. (foto da qui)

La novità riguarda le modalità: la verifica non deve essere per forza fisica, purché sia “immediata e certa”. È quindi consentito anche un riconoscimento da remoto, attraverso sistemi di videocontatto installati all’ingresso o gestiti dal titolare, a condizione che permettano di identificare in tempo reale chi entra.

Le motivazioni della sentenza

Il Consiglio di Stato ha sostenuto che il riconoscimento diretto è un tassello fondamentale nella prevenzione dei reati e nel controllo del territorio, soprattutto nei contesti più esposti al fenomeno del turismo mordi-e-fuggi e al turnover di visitatori tipico delle locazioni brevi.

Le reazioni

Soddisfazione da parte del Ministero dell’Interno, che rivendica la linea adottata fin dall’inizio della vicenda. Per il ministro Matteo Piantedosi, la decisione “rafforza la sicurezza e chiarisce in modo definitivo le regole per tutte le strutture”.

Plaude anche Confindustria Alberghi, che sottolinea come l’uso di tecnologie innovative sia ben accetto, purché non venga sacrificata la tutela degli ospiti e dei residenti.

Ancora più netto il commento di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, secondo cui il riconoscimento diretto “è un impegno che gli albergatori assolvono da sempre con senso civico e che contribuisce in modo concreto alla sicurezza delle comunità locali”. Un riferimento anche ai numerosi casi in cui, grazie ai controlli, sono stati individuati ospiti coinvolti in attività illecite.

La sentenza conferma che il self check-in totalmente automatizzato non è sufficiente. L’identificazione resta obbligatoria, pur aprendo alla possibilità di strumenti digitali che consentano un controllo immediato, tracciabile e affidabile. Una decisione destinata ad avere effetti significativi su tutto il settore dell’ospitalità, dagli hotel ai B&B, fino agli affitti turistici gestiti tramite piattaforme online.

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