23 Dicembre 2025

Fuochi, riti e memoria: il Natale nel Cilento tra simboli antichi e cultura popolare

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Fuochi, riti e memoria: il Natale nel Cilento tra simboli antichi e cultura popolare

Il Natale nel Cilento non è solo una festa, ma un racconto collettivo che attraversa secoli di storia, riti contadini e tradizioni ancestrali. Nei giorni che precedono la vigilia, i borghi si illuminano delle grandi focarè, falò rituali che simboleggiano la rinascita della luce nel periodo più buio dell’anno.

Da Piaggine a Gallo, da Campora a Mandia, il fuoco diventa elemento centrale: scalda, purifica, riunisce. È il segno di una civiltà agricola che ha sempre legato la nascita del Bambino Gesù ai cicli naturali, al solstizio d’inverno e alla fertilità della terra.

Accanto ai falò, resistono simboli come il pungitopo, le decorazioni naturali, i dolci tradizionali – dalle zeppole agli struffoli – e i suoni arcaici di zampogne e ciaramelle. Un Natale che profuma di legna, miele, vino cotto e memoria.

In questo contesto si inserisce anche la riflessione culturale proposta dal volume “Uno sguardo delicato sul mondo” di Salvatore Claudio D’Ambrosio, presentato all’Archivio di Stato di Salerno. Un’opera che racconta il quotidiano senza clamore, dando voce alle cose che restano, alle ferite silenziose, alla vita che resiste.

Il Natale cilentano è così: non solo luci artificiali, ma un intreccio di riti, storie e identità, capace di parlare ancora oggi con forza e autenticità.

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