26 Dicembre 2025

Vallo della Lucania, anziana cade e si rompe il femore: soccorsi a piedi per 300 metri

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Vallo della Lucania, anziana cade e si rompe il femore: soccorsi a piedi per 300 metri

Un intervento di emergenza trasformato in un percorso a ostacoli ha segnato il Natale della signora Maria, residente in località Sant’Antonio, nel territorio di Vallo della Lucania. A seguito di una caduta, la donna ha riportato la frattura del femore, rendendo necessario l’arrivo dei sanitari del 118. L’ambulanza, però, è stata costretta a fermarsi a circa 300 metri dall’abitazione: il tratto finale della strada era impraticabile.

Dopo la stabilizzazione sul posto, la paziente è stata trasferita a mano sulla barella fino al mezzo di soccorso, grazie all’impegno degli infermieri e dei familiari. Una scena che ha riacceso la protesta dei residenti, esasperati da una condizione che definiscono «intollerabile».

La via interessata è una comunale vicinale senza asfalto, priva di canali di scolo e di rete fognaria. In caso di pioggia, l’acqua scava solchi profondi e trasforma il tracciato in un letto di fango, rendendo difficoltoso perfino il transito a piedi. I veicoli non riescono a raggiungere le abitazioni; anche il servizio di raccolta dei rifiuti è compromesso, con sacchi trasportati manualmente per oltre 500 metri.

Oltre alle case, l’area comprende terreni coltivati a vigneto. I proprietari convivono da anni con una viabilità al limite, aggravata dall’assenza di manutenzione. Gli unici interventi, nel tempo, sono stati effettuati da privati a proprie spese, nel tentativo di rendere il percorso almeno percorribile.

Il quadro è noto all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Sansone, subentrata a una situazione stratificata. Recentemente la Regione Campania ha stanziato circa tre milioni di euro per opere infrastrutturali nella zona, ma l’iter amministrativo procede con tempi che, per chi vive quotidianamente i disagi, appaiono ormai insostenibili.

La signora Maria vive sola da alcuni anni, dopo la scomparsa del marito Antonio. Anche lui, gravemente malato, aveva affrontato in passato notevoli difficoltà nei trasferimenti per le cure, talvolta ricorrendo a mezzi di fortuna o a trattori, nelle stesse condizioni di viabilità odierne. A rendere il contesto ancora più critico, l’illuminazione pubblica: un solo lampione per un tratto che, di sera e di notte, diventa particolarmente pericoloso.

Dopo l’ultimo episodio, la famiglia chiede interventi urgenti di messa in sicurezza, in attesa delle opere strutturali annunciate. Un appello che potrebbe coinvolgere anche la Comunità Montana per soluzioni temporanee capaci di restituire condizioni minime di sicurezza e dignità. L’auspicio è che quanto accaduto possa accelerare i lavori e chiudere una vicenda che, da troppo tempo, resta una ferita aperta per una parte del territorio vallese.

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