Sei ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Salerno su richiesta della procura della Repubblica di Vallo della Lucania per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Gli arresti stati eseguiti nel Cilento, in particolare nelle zone di Pollica. Le indagini avviate nel 2012 e coordinate dalla procura di Vallo hanno consentito di scoprire una rete di spaccio nelle località a sud del salernitano. A quanto si apprende, l’attività investigativa è partita anche da alcune denunce del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso in un attentato il 5 settembre del 2010, che aveva segnalato episodi di spaccio nelle località di Pollica e Acciaroli. Secondo quanto si apprende, i rifornimenti della droga erano curati da un pregiudicato 41enne di Bagnoli. Tre persone sono finite in carcere e altre tre agli arresti domiciliari.
I particolari Nelle prime ore della mattinata di mercoledì, il nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Salerno, con l’aiuto delle compagnie di Vallo della Lucania, Agropoli e Napoli-Bagnoli, e del nucleo cinofili di Pontecagnano, ha eseguito una misura cautelare nei confronti di sei persone. Tre sono finiti in carcere: Ruben Vassallo di Agropoli, Renato Ciongoli di Montecorice e D.M. di Napoli. Tre agli arresti domiciliari: Walter Matarazzo di Agropoli, Nicola Santoro di Agropoli e Renato Petrucci di Napoli. L’operazione denominata ‘Muretto’, è scattata a conclusione di un’indagine svolta dall’agosto al dicembre 2012 e coordinata dalla procura della Repubblica di Vallo della Lucania. Indagini condotte dal procuratore Giancarlo Grippo e dal sostituto Valeria Palmieri. Nel corso delle investigazioni sono stati raccolti vari riscontri all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo hashish e cocaina, spacciata ad Agropoli, Pollica e nei comuni cilentani limitrofi. L’indagine è stata svolta mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento attuati sul territorio e supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali.
Alcuni cittadini, anche assuntori, hanno aiutato i carabinieri nelle indagini indicando alcuni soggetti che, a vario titolo, erano considerati coinvolti in attività di spaccio di sostanze stupefacenti, come fornitori, venditori al dettaglio o assuntori. Al centro dell’indagine ci sarebbe un ragazzo, impiegato in un villaggio del posto, che assumeva e spacciava droga e, secondo gli inquirenti, intratteneva rapporti con il proprio datore di lavoro e con un collega, finalizzati al consumo e allo smercio di sostanze stupefacenti. I carabinieri hanno individuato anche i canali di approvvigionamento delle sostanza stupefacenti, dall’hinterland napoletano. Nonostante il linguaggio criptico utilizzato per appellare le droghe, nel corso dell’indagine le forze dell’ordine sono riuscite a tradurre chiaramente tutti gli indagati coinvolti nell’approvvigionamento e nello smercio di sostanze stupefacenti.
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