Navi dei veleni. Il relitto a largo di Cetraro non è la Cunski

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Navi dei veleni. Il relitto a largo di Cetraro non è la Cunski

Oggi il pentito della ‘ndrangheta, Francesco Fonti, che ha parlato di affondamento di tre navi contenti rifiuti tossici, di cui una a largo di Cetraro in provincia di Cosenza, secondo quando dichiarato dal suo legale, Claudia Conidi, ”descrivera’ come erano fatte”. In particolare la morfologia del relitto, secondo il ministero dell’Ambiente, risulta diversa da quella della Cunsky. E’ stato rilevato infatti che il ponte superiore della nave affondata si trova nella zona centrale mentre quello della Cunsky era a poppa. Inoltre dalle prime analisi ambientali ”e’ emerso che fino alla profondita’ di 300 metri non si rilevano alterazioni della radioattivita”’, ha riferito il ministro Prestigiacomo puntualizzando che ”naturalmente questi primi esiti delle ricerche non escludono la possibilita’ che i fusti contenuti nel relitto possano contenere rifiuti pericolosi o radioattivi e per questo il programma di indagini della ‘Mare Oceano’ proseguira’ col prelievo di sedimenti dai fondali, di carotaggi in profondita’ e col prelievo di campioni dai fusti”.
"L’accertamento che il relitto in fondo al mare non sia il Cunski e il mancato rilevamento di radioattività fino a 300 metri, che, ribadisco, non esclude la possibilità che si tratti in ogni caso di una ‘nave dei veleni’ – conclude il ministro – deve indurre alla prudenza ed alla responsabilità quanti fino ad ora hanno procurato, senza avere riscontri attendibili, paura e allarme sociale, con gravissime ripercussioni economiche per la Calabria. L’impegno del governo nella lotta alle ecomafie continua affinché sia fatta piena luce sui misteri delle ‘navi a perdere’, venga appurata la verità e ogni eventuale responsabilità".

"La Calabria intera, come ha dimostrato la possente manifestazione di Amantea, vuole conoscere la natura del carico all’interno della nave, vuole sapere, insomma cosa ci sia in quei fusti già visualizzati dalle ricerche effettuate a settembre dalla stessa Regione". E’ quanto è scritto in una nota della Regione Calabria. Secondo la nota "che non ci sia radioattività fino a 300 metri e che non si tratti della Cunski, come per altro organi di stampa avevano documentato, non cambia nulla. Solo escludendo definitivamente che la nave nasconda al suo interno un carico di scorie radioattive la gente si potrà tranquillizzare e l’economia legata al mare potrà ripartire. I risultati intermedi lasciano il tempo che trovano e non fugano, purtroppo, le preoccupazioni".

SINDACI TIRRENO,GOVERNO DICHIARI STATO EMERGENZA
Il Governo dichiari lo "stato di emergenza" per la vicenda del relitto individuato al largo di Cetraro. Lo chiedono i sindaci del Tirreno cosentino, riuniti in un comitato permanente, che hanno ribadito la loro richiesta al vicepresidente nazionale dell’Anci (Associazione dei comuni italiani) Salvatore Perugini, sindaco di Cosenza. Nel corso dell’incontro, è scritto in una nota, "é emersa la necessità di coinvolgere, nelle azioni tese alla risoluzione della vicenda, tutti i sindaci della Calabria", ed a tale scopo Perugini ha dato la disponibilità dell’Anci a convocare un’assemblea di tutti i sindaci dei comuni calabresi a Cetraro l’8 novembre prossimo. Nel corso dell’incontro, svoltosi a Paola, i sindaci, "hanno confermato le istanze già rappresentate nella diffida inviata alla Presidenza del Consiglio ed espresse nella manifestazione unitaria di Roma dello scorso 20 ottobre". "Attese le gravi minacce che incombono sulla salute dei cittadini ed in considerazione delle pesanti ripercussioni che la vicenda sta avendo sull’economia del Tirreno cosentino – è scritto nella nota – i sindaci hanno ribadito la richiesta di dichiarazione dello ‘stato di emergenza’. Una istanza che si accompagna, con altrettanta decisione, alla riaffermata richiesta di un intervento in tempi rapidi finalizzato alla rimozione del relitto rivolto a fare definitivamente piena luce sul contenuto dello stesso". I sindaci del Tirreno cosentino hanno anche rinnovato la richiesta di un incontro urgente con il Presidente del Consiglio della quale Perugini "si è fatto interprete, assicurando l’intenzione di chiedere, a nome dei sindaci calabresi, un incontro con il Governo". "Se tale richiesta non venisse accolta – conclude la nota – i sindaci del Tirreno cosentino saranno costretti a dare vita ad eclatanti forme di protesta".

Intanto e’ attesa per il nuovo interrogatorio di Fonti. E solo dopo avere acquisito una serie di elementi ed avere sentito il pentito Fonti, i magistrati della Dda di Catanzaro faranno un punto della situazione dell’inchiesta sul relitto. ”Il mio assistito, nel memoriale – ha detto il legale Conidi – afferma di avere affondato tre navi di cui gli furono forniti i nomi, ma non ha controllato se il nome era esatto o no. Comunque fara’ approfondimenti anche in tal senso, descrivendo come erano fatte”. Secondo il procuratore nazionale, Piero Grasso, ascoltato dalla commissione Antimafia, le dichiarazioni fatte negli anni dal pentito Fonti sono per ora da valutarsi come ”ibride”. Comunque sul relitto c’e’ la necessita’ ”di fare luce sulla natura del carico del relitto e, senza ulteriori inutili allarmismi”, ha detto il presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attivita’ illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella. Sull’annuncio che non si tratti della Cunsky si e’ aperto un dibattito acceso. ”La Calabria – ha affermato la Regione – vuole conoscere la natura del carico all’interno della nave”. E l’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, ha aggiunto: ”La Regione Calabria vuole avere una parte dei campioni raccolti in modo da poter effettuare delle analisi indipendenti”. Chiedere analisi indipendenti, ha risposto il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, significa mettere in dubbio le ”verifiche puntuali” che si stanno svolgendo e continuare a creare allarme. Per la prima volta, ha aggiunto Menia riferendosi alle parole del deputato del Pd, Ermete Realacci che chiedeva dello Stato, ”c’e’ un governo che sta facendo luce su questa vicenda”. Ad animare la vicenda nave dei veleni una querelle sulle competenze tra l’Antimafia e la Commissione bicamerale sui rifiuti. Grasso ha espresso perplessita’ circa il sequestro di un fusto deciso dalla Bicamerale. Pecorella ha risposto sottolineando la ”grave inerzia della magistratura”. E’ intervenuto quindi il presidente della Commissione antimafia, Giuseppe Pisanu: ”La competenza sulla questione della nave dei veleni compete all’Antimafia”. Ma Pecorella ha ribattuto che la Bicamerale ha il compito di svolgere indagini per fare luce sugli illeciti sui rifiuti.

(ANSA)

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