L’attività fisica come terapia

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L’attività fisica come terapia

Ormai è risaputo quanto l’attività fisica condizioni positivamente la nostra salute. Eppure esiste, da parte di molta gente, una specie di reticenza, di rigidità psicologica che non permette il realizzarsi di quel binomio “persona – movimento” divenuto di estrema importanza.
Da oltre 40 anni la ricerca scientifica fornisce sempre  più conferme sui notevoli vantaggi che l’attività fisica apporta al nostro organismo, ad esempio:
-migliora l’efficienza cardiocircolatoria;
-diminuisce il colesterolo cattivo (LDL) a vantaggio di quello buono (HDL);
-riduce il rischio di diabete in età matura;
-favorisce il riequilibrio della pressione arteriosa;
-permette il controllo del peso corporeo;
-riduce il rischio di infarto (frequenza cardiaca più bassa);
-è il miglior rimedio contro l’osteoporosi;
-protegge e rinforza le ossa, le articolazioni e le cartilagini;
-permette la riduzione dei dolori vertebrali;
-rilassa attraverso l’autoproduzione di endorfine cerebrali;
-protegge dal cancro al colon e da numerosi altri tipi di cancro;
-previene la stitichezza;
-aumenta la secrezione di ormoni utili (testosterone, Gh, ecc);
-migliora la qualità del sonno;
-fa  sudare e quindi eliminare scorie metaboliche;
-sviluppa una naturale azione antidepressiva;
-mobilizza i grassi di riserva;
Conoscete un “farmaco” che sia in grado di fare tutto questo? Non ne esiste neanche uno !
Semplicemente il movimento è talmente inscritto nel nostro patrimonio genetico che farne a meno sarebbe come non respirare, non vedere mai la luce, non nutrirsi, in una frase sola “il non muoversi è incompatibile con la vita stessa!”.
Se  fino  a poco tempo fa alcuni medici consigliavano “troppa” prudenza nell’iniziare una qualsiasi attività fisica, oggi, grazie ad una pubblicazione apparsa a novembre del 2004 sulla rivista Nature  di due studiosi americani Dennis Bramble e Daniel Lieberman questo atteggiamento sembra destinato a svanire. Questo studio ha dimostrato inequivocabilmente come l’essere umano si sia evoluto grazie al movimento (necessario ai fini della sopravvivenza) portandoci ad essere adatti  alla corsa e a muoverci e non sicuramente  per stare fermi. La nostra elegante struttura scheletrica, le nostre modalità di consumo energetico e il nostro sistema di termoregolazione ci rendono un’ efficientissima macchina concepita per il movimento. Quanto detto non è altro che un’ennesima conferma che la normalità della nostra vita prevede una intensa e costante attività fisica. In parole povere gli anormali sono quelli che stanno fermi  a “stampare” la propria sagoma sul divano non di certo quelli che dopo una giornata di lavoro o nel tempo libero si fanno 20-30 Km di corsa o si recano in centri fitness e palestre ad alzare pesi su pesi. Ovviamente doversi gestire tra impegni lavorativi, familiari e sociali rappresenta una vera e propria impresa, difficoltà spesso accompagnata dallo scherno altrui. Ma al di la’ di questo bisogna tener ben presente che il risultato in “salute” sarà davvero notevole.
L’ A.C.S.M. (American College of Sport Medicine), una tra le più accreditate associazioni americane e internazionali, sostiene da tempo come ogni adulto dovrebbe svolgere 30 minuti (o più) di attività fisica di moderata intensità, preferibilmente tutti i giorni della settimana, per ottenere  una valida prevenzione di molte malattie diffuse, alcune delle quali elencate precedentemente. La figura 1 definita “piramide delle attività” è stata inserita con l’intento  di dare un’ idea di come gestire responsabilmente la propria vita in relazione al movimento e all’attività fisica.   

 
Fig. 1 : In America è stata proposta come modello per facilitare l’educazione
              pubblica e rendere lo stile di vita più attivo (Copyright 1997 Istitute for
              Research and Education).

Concludo con le parole illuminate del più noto medico dell’antica Grecia, Ippocrate: “Le componenti del nostro corpo dotate di una funzione, se esercitate con moderazione e impegnate in attività per loro abituali, si mantengono sane e invecchiano più lentamente, se invece vengono lasciate inattive, presentano difetti di sviluppo, si ammalano facilmente e invecchiano rapidamente.”

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