Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato un’intesa “storica” sul rinnovo del contratto del comparto scuola, che abbraccia il triennio 2025-2027 e si inserisce dopo il contratto 2022-2024 già sottoscritto. Secondo le stime del ministero, gli insegnanti potrebbero arrivare a un aumento medio lordo mensile “intorno ai 416 euro” al termine del nuovo triennio, compresi arretrati e progressioni di carriera.
Cosa cambia subito
Con la firma del contratto 2022-2024 avvenuta il 5 novembre 2025, sono state previste già aumenti medi per i docenti tra circa 150 euro al mese su 13 mensilità, e punte fino a 185 euro per chi ha maggiore anzianità o grado. Per il personale ATA sono previsti aumenti medi inferiori, attorno ai 110 euro mensili.
Il triennio 2025-2027: cosa attendersi
Valditara ha chiarito che con il nuovo contratto del 2025-2027 – una volta sottoscritto – “si raggiungerà un traguardo senza precedenti”: 416 euro lordi mensili in più per i docenti e 303 euro per il personale ATA, sempre considerando l’arretrato accumulato. Va sottolineato che questi numeri rappresentano medie e scenari ottimistici, e varieranno sensibilmente in base a grado di scuola, anzianità, tipologia di incarico e profilo professionale.
Quali fattori influenzano l’aumento
Gli aumenti dipenderanno da vari elementi:
- grado di insegnamento (infanzia, primaria, secondaria)
- anni di servizio e fascia di anzianità
- ruolo e funzioni aggiuntive (ad esempio docenti con incarichi specifici)
- possibili risorse destinate al salario accessorio e alla detassazione del trattamento accessorio.
Prospettive e criticità
Nonostante le promesse e le cifre annunciate, restano alcune incognite: la vera entità dell’aumento effettivo dipenderà dalla disponibilità delle risorse, dalla rapidità della firma del contratto 2025-2027 e dalle tabelle definitive che saranno negoziate nelle prossime settimane. Il ministro ha comunque ribadito che “ora garantiamo continuità contrattuale e restituiamo dignità a chi lavora per l’istruzione dei nostri giovani”.



