Il futuro dell’automotive europeo potrebbe cambiare rotta. La Commissione Ue si prepara infatti a rivedere lo stop totale ai motori termici previsto dal 2035, introducendo una maggiore flessibilità sugli obiettivi di riduzione delle emissioni. Secondo indiscrezioni rilanciate dalla stampa tedesca, sarebbe stato raggiunto un accordo politico tra la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il leader del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber.
Il punto chiave riguarda le nuove immatricolazioni dal 2035: non sarebbe più obbligatoria una riduzione del 100% delle emissioni di CO₂. Un’apertura che recepisce le richieste di diversi governi, tra cui quello italiano, e delle principali case automobilistiche europee, preoccupate per una transizione ritenuta troppo rapida e potenzialmente dannosa per la tenuta industriale del settore.
Elettrico centrale, ma non unico
Il possibile allentamento delle regole non segna un passo indietro sull’elettrificazione. Le auto elettriche e ibride rappresentano già circa il 25% delle vendite globali e restano il pilastro della strategia europea di decarbonizzazione. Tuttavia, Bruxelles sembra orientata a riconoscere un ruolo anche ad altre tecnologie, nel nome della cosiddetta “neutralità tecnologica”.
Ipotesi 2040 e spazio a e-fuel e ibridi avanzati
Tra le opzioni sul tavolo c’è lo slittamento al 2040 dell’obiettivo di emissioni zero, con una proroga di cinque anni limitata a veicoli specifici: ibridi plug-in (PHEV) ed elettrici a autonomia estesa (EREV), dove il motore termico ha una funzione residuale. L’eventuale deroga sarebbe però vincolata a requisiti ambientali molto stringenti, come l’uso di biocarburanti avanzati o carburanti sintetici (e-fuel) prodotti con energia rinnovabile, oltre all’impiego di acciaio “verde” nei processi produttivi.
I nodi ancora aperti
Restano però molte incognite tecniche: dalle quote di veicoli ammessi dopo il 2035 ai criteri di utilizzo degli e-fuel, fino ai costi ancora elevati di queste tecnologie. Anche sui biocarburanti il dibattito è acceso, tra benefici ambientali e rischi di pressione sui terreni agricoli.
Nel pacchetto automotive atteso nei prossimi giorni potrebbe rientrare anche una moratoria sull’inasprimento dei criteri di calcolo delle emissioni reali per le ibride plug-in, rinviando regole più severe inizialmente previste.
Italia in affanno nella produzione
Sul fronte industriale, i dati del primo semestre 2025 confermano un trend critico: l’Italia è scesa all’ottavo posto tra i produttori europei di automobili, segnale di una perdita di centralità in un settore strategico.
La revisione del target 2035 apre così una nuova fase per l’ecomobilità europea: un equilibrio delicato tra ambizione climatica, competitività industriale e sostenibilità sociale. La decisione finale della Commissione sarà decisiva non solo per il futuro dell’auto, ma per la credibilità stessa del Green Deal europeo.


