Scoperta una rete estorsiva con ramificazioni tra Salerno, Avellino e Napoli. Coinvolti 16 soggetti legati a noti sodalizi camorristici.
Un colpo durissimo alle estorsioni che per mesi hanno strozzato decine di imprenditori del territorio. La Direzione Investigativa Antimafia di Salerno, in collaborazione con i carabinieri e la polizia di Stato, ha dato esecuzione a sedici provvedimenti di fermo emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Salerno, su disposizione del giudice per le indagini preliminari.
L’operazione ha interessato le province di Salerno, Napoli, Avellino e Potenza, smantellando un sistema criminale che, attraverso minacce e violenze, imponeva “protezione” a commercianti e imprenditori, costretti a versare somme di denaro mensili per poter continuare a lavorare.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i clan coinvolti – attivi in particolare nell’area della Valle dell’Irno, a Salerno e Battipaglia – avevano organizzato una rete capillare di usurai e “garanti”, che si occupavano di gestire prestiti, riscossioni e riscatti delle somme estorte. Gli imprenditori finiti nel mirino dei clan erano spesso in difficoltà economiche e venivano contattati dopo aver chiesto aiuto a persone ritenute “affidabili” nel mondo criminale.
Le vittime, dopo i primi prestiti, si trovavano intrappolate in un vortice di minacce, interessi usurai e continue richieste di denaro. In alcuni casi erano costrette a pagare fino a 2.000 euro al mese come forma di “protezione”.
A innescare l’indagine, avviata nel luglio 2025, è stata la denuncia di alcuni imprenditori di Montoro e contrada Pantano che, dopo mesi di vessazioni, hanno trovato il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine. La ricostruzione investigativa ha rivelato che gli esattori facevano capo a tre diversi clan camorristici, tra i quali anche figure di rilievo della criminalità irpina e napoletana.
Tra gli arrestati figurano soggetti con precedenti specifici per estorsione, usura e associazione di stampo mafioso. Le intercettazioni e i pedinamenti hanno permesso di documentare incontri, consegne di denaro e minacce esplicite. In alcuni casi gli indagati arrivavano a inviare “messaggeri” presso le aziende in ritardo con i pagamenti.
Il procuratore aggiunto di Salerno ha parlato di una «rete criminale ben organizzata e perfettamente integrata nel tessuto economico locale», capace di condizionare interi settori produttivi. L’inchiesta, coordinata dalle procure di Salerno, Avellino, Potenza e Napoli, proseguirà ora per individuare ulteriori responsabili e verificare eventuali connessioni con circuiti imprenditoriali compiacenti.