Cafiero De Raho e don Palmese su Teste Mozze: «Illumina su anni di buio nella storia del Cilento» | VIDEO

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Cafiero De Raho e don Palmese su Teste Mozze: «Illumina su anni di buio nella storia del Cilento» | VIDEO

«Un libro che illumina sui decenni bui della storia del nostro Paese». Si può sintetizzare così «Teste mozze», il nuovo romanzo di Franco Maldonato, edito da Rubettino Editore e presentato sabato nella casa canonica di Caselle in Pittari. La vicenda umana e politica di Costabile Carducci, una delle più belle figure dei moti del 1848, raccontata dall’autore con il linguaggio dell’epoca. Un lavoro dettagliato e completo che contribuisce a definire l’identità dei luoghi e degli uomini che hanno operato in quegli anni. Un lavoro che – secondo Gabriel Saad, docente all’università Sorbonne – andrebbe portato nelle scuole, come manuale, fedele, della storia del nostro Paese. 

Introduzione Alla presentazione, organizzata dall’associazione Torre di Abele, hanno preso parte oltre all’autore, il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, il vicario episcopale per la carità della Diocesi di Napoli, don Tonino Palmese e il sindaco di Caselle in Pittari, Maurizio Tancredi. Ha moderato l’incontro il giornalista di Repubblica Antonio Corbo, che ha introdotto il libro: «Pensando a un titolo come commento mi viene da dire ‘147 pagine di insulti’ perché – ha spiegato – leggendo questo libro ci si scopre ignoranti. Mezzo secolo di buio, che l’autore colma raccontandoci una storia che ci aiuta a riconoscere e riscoprire la fierezza e l’orgoglio di questi luoghi. E alla fine delle 147 pagine – ha detto Corbo – sarete grati all’autore».

L’intervista a Franco Maldonato, autore di Teste mozze

Federico Cafiero De Raho «Di fronte a questo testo ci sentiamo davvero ignoranti, – ha ribadito il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho – ogni pagina che leggiamo ci dà il senso di quella storia che noi avremmo visto, se l’avessimo conosciuta già da ragazzi, come il diario della nostra formazione, come vivere la nostra libertà, come acquisire la dignità e rispettare quella degli altri». E ha sottolineato il coraggio di quegli uomini, cilentani, che volevano cambiare la loro vita e che invece hanno trovato una sorte diversa, riferendosi agli insorti, a quando i cittadini vennero obbligati a «non ricostruire mai più quello che è stato distrutto» e a consegnarsi. 

Don Tonino Palmese «Un libro dotto scritto da un uomo dotto», ha detto don Palmese all’inizio del suo intervento. «Ho riscoperto figure importanti del nostro territorio, – ha aggiunto il sindaco Tancredi – molto spesso siamo poco in grado di valorizzare le nostre risorse, ma da qui è passata l’Unità d’Italia, la cellula cilentana è stata importante nel percorso storico, e l’autore tutto questo lo ha raccontato molto bene». Letture e musiche sono state affidate all’attore Eugenio Bove e alla musicista Rosaria Fiscina.

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