Capaccio Paestum, nessun colpevole per la morte di Luigi Ricco: tutti assolti dopo 9 anni

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Capaccio Paestum, nessun colpevole per la morte di Luigi Ricco: tutti assolti dopo 9 anni

Dopo nove anni di attesa e sette di processo, arriva l’assoluzione per tutti gli imputati coinvolti nella vicenda della morte di Luigi Ricco, il 31enne deceduto a causa di un incidente in scooter avvenuto il 10 marzo 2016 a Capaccio Paestum. Il giovane, molto conosciuto nel Capoluogo, perse il controllo del mezzo dopo essere finito in una buca sull’asfalto, aperta per i lavori di metanizzazione in Piazza Tempone. Morì 42 giorni dopo, il 21 aprile, all’ospedale “Ruggi” di Salerno.

Questa mattina il giudice monocratico Giuseppe Bosone della prima sezione penale del Tribunale di Salerno ha pronunciato la sentenza di primo grado: tutti assolti con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Si chiude così il procedimento penale a carico dell’ingegnere Carmine Greco, responsabile unico del procedimento per conto del Comune; di Sandro Mondelli, responsabile del cantiere; e dell’imprenditore cilentano Domenico Alfieri, titolare della ditta “Alfieri Impianti”, che all’epoca eseguiva i lavori in subappalto per l’Amalfitana Gas.

I tre erano accusati di omicidio colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti. Ma per il Tribunale non ci sono responsabilità penali in merito all’incidente che costò la vita a Ricco. Secondo quanto ricostruito, il giovane, in sella al suo scooter, avrebbe perso l’equilibrio a causa di un avvallamento sull’asfalto, andando a impattare violentemente contro un muro. Le ferite riportate risultarono gravissime.

La morte di Luigi sconvolse l’intera comunità di Capaccio Paestum. In tantissimi parteciparono ai suoi funerali nella chiesa di San Paolo Apostolo: oltre mille persone, tra amici, conoscenti e semplici cittadini, si strinsero attorno alla famiglia. Alcuni ragazzi indossarono una maglietta bianca con la scritta “Luigi è con noi”, mentre su un balcone campeggiava uno striscione tra due cuori con la frase: “Chi lascia un sorriso non se ne va davvero… salutiamo ‘Giggione’, amico vero”.

Nei giorni successivi alla tragedia, la rabbia montò in paese. A poche ore dalle esequie, un nuovo striscione fu affisso in piazza: “L’asfalto non copre la vergogna, luridi assassini tornate nella fogna”. Parole dure, che testimoniavano il dolore e l’indignazione per una morte giudicata assurda.

Oggi, però, la giustizia ha fatto il suo corso. E il processo si chiude con un verdetto che assolve tutti gli imputati, lasciando aperta, per la famiglia e la comunità, una ferita che difficilmente potrà rimarginarsi.

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