Edmondo Cirielli, candidato del centrodestra alla guida della Campania, torna a mettere al centro del dibattito politico la questione della possibile riapertura del condono del 2003. Una misura che, secondo lui, rappresenterebbe «un atto di legalità», perché sarebbe stata la precedente amministrazione regionale a commettere un abuso «quando Bassolino e la sinistra non consentirono ai campani di accedere al condono».
Cirielli richiama anche una pronuncia della Corte costituzionale che, a suo dire, avrebbe definito quella scelta «illegale, illegittima e un atto di prepotenza».
Il candidato evidenzia come, in vent’anni di gestione di centrosinistra, il tema non sia mai stato affrontato con serietà. Per questo – sostiene – il centrodestra ha riproposto in Parlamento la questione, ritenendo indispensabile una nuova stagione di pianificazione: «Per prevenire davvero gli abusi serve una legge urbanistica aggiornata. In Campania manca da vent’anni e i piani attuali sono completamente superati dall’evoluzione del territorio».
Sarà comunque la Regione, qualora l’emendamento venisse approvato, a decidere se riaprire o meno le procedure del condono. Una scelta che Cirielli definisce «un doveroso atto di rispetto democratico», auspicando che venga colta come un’opportunità.
Sul tema interviene anche Antonio Tajani, che aveva espresso valutazioni più caute. Cirielli, però, non legge nelle sue parole una frenata: «Le sue osservazioni sono condivisibili. Tajani, anzi, va oltre ciò che ho detto io: apre a un ragionamento più ampio. L’ho interpretata come un’apertura, non come un rallentamento».




