I Kiepò chiudono la rassegna con la loro musica popolare
| di Giuseppe GalatoD: Chi sono i Kiepò?
R: I Kiepò sono una compagnia di musica popolare che si occupa di musica popolare del Sud Italia con preferenza per la musica cilentana.
D: Come nascono i Kiepò?
R: Nascono dall’incontro di Tommaso Sollazzo, giovane suonatore di strumenti come la zampogna e la chitarra battente, con la famiglia Cortazzo, storica famiglia di suonatori cilentani. Si uniscono in trio con Antonio e Nicola Cortazzo, rispettivamente suonatore di strumenti a fiato come la ciaramella (oboe popolare) e fisarmonicistaorganettista. In seguito incontrano Tullia Conte, studentessa di antropologia e appassionata danzatrice e decidono di fondare la compagnia.
D: Qual è il legame che vi lega alle tradizioni cilentane?
R: Il legame con la tradizione è talmente forte che su di essa si basa tutta l’esperienza Kiepò, motivata anche dalla volontà di diffondere la musica cilentana. Anche nel nome si manifesta il cilento: Kiepò, "chi -è – pò?" è il termine dialettale con il quale si chiede "chi è?".
D: Raccontaci qualche aneddoto sulle vostre esperienze, anche personali.
R: La compagnia ha inciso due dischi con la storica casa discografica Fonotype, collaborando con musicisti di spessore come Francesco Citera ed altri. Prossimamente, a breve, presenterà un progetto sperimentale di danza e musica.
D: Come vedi la scena musicale cilentana, anche non necessariamente legata al "popolare"
R: La scena musicale cilentana contempla moltissimi artisti validi, sia nel campo popolare – penso ad Angelo Loia, Paola Salurso, Peppe Cirillo – sia in altri generi – penso ai Comunicazione Di Servizio, ai Tristema, ai bravissimi Induè -, tutti artisti che andrebbero incoraggiati e soprattutto foraggiati dalle istituzioni, cosa che non sempre avviene nel migliore dei modi.
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