5 Dicembre 2025

Crediti d’imposta inesistenti: otto misure cautelari eseguite nel Salernitano

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Crediti d’imposta inesistenti: otto misure cautelari eseguite nel Salernitano

La Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito nei giorni scorsi otto misure cautelari personali nell’ambito di un’inchiesta su un presunto sistema criminale specializzato nella creazione e nella compensazione indebita di crediti d’imposta inesistenti. Le accuse, a vario titolo, riguardano associazione per delinquere, reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Per tre degli indagati è stata contestata anche l’aggravante dell’abuso della professione di consulente fiscale.

I provvedimenti, inizialmente disposti dal tribunale del Riesame di Salerno, sono diventati esecutivi dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione, che ha respinto i ricorsi presentati dagli indagati.

Secondo la ricostruzione degli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria, il gruppo avrebbe fatto capo a tre figure ritenute promotrici dell’organizzazione: tra loro un avvocato e una persona attualmente latitante. Il sodalizio, stando all’ipotesi accusatoria confermata dal Riesame e dalla Cassazione, sarebbe stato in grado di fornire a un numero non definito di imprese tutta la documentazione necessaria per accedere a crediti d’imposta legati agli investimenti nel Mezzogiorno, pur in assenza dei requisiti reali.

Il meccanismo ruotava attorno alla vendita di software basati sulla tecnologia blockchain. Attraverso questi programmi, gli indagati avrebbero simulato investimenti da parte delle aziende, generando così crediti fiscali inesistenti che venivano poi compensati illecitamente dai beneficiari.

Le indagini, condotte con intercettazioni, analisi di dispositivi sequestrati e l’esame di ampia documentazione bancaria e contabile, avrebbero permesso agli inquirenti di delineare ruoli e funzioni dei singoli componenti della presunta associazione. Dagli accertamenti è inoltre emerso il coinvolgimento di numerose imprese distribuite su tutto il territorio nazionale, che avrebbero utilizzato il software per realizzare investimenti fittizi nell’ambito della blockchain.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, la procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a un totale di 26 persone. Ognuna di esse è indagata, a diverso titolo, per le fattispecie penali ricomprese nell’inchiesta.

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