Oggi, 19 ottobre 2025, in piazza San Pietro, papa Leone XIV ha proclamato sette nuovi santi della Chiesa cattolica. Tra loro, due figure laiche che hanno segnato la storia della fede contemporanea: san Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei, e san José Gregorio Hernández Cisneros, il primo santo venezuelano, conosciuto come “il medico dei poveri”.
Una canonizzazione che ha commosso il popolo del Venezuela e migliaia di fedeli nel mondo, tra cui anche una famiglia che oggi vive nel Cilento, a Marina di Camerota: quella di Estefanía Saturno, la bambina che — secondo il racconto della famiglia — sarebbe guarita miracolosamente proprio grazie all’intercessione del nuovo santo.
Estefanía, oggi 37enne, aveva appena otto anni quando, ricoverata a Caracas per una meningite acuta, vide apparire al suo capezzale un uomo vestito come il dottor Hernández. «Mi disse solo: “Ora stai bene” – racconta oggi, con voce ferma – e da quel momento non ho più avuto febbre, né dolore».
Il giorno seguente gli esami medici confermarono l’impossibile: la malattia era scomparsa. «I medici non seppero spiegare come fosse accaduto», ricorda la madre, che quel giorno tirò fuori dalla borsa la piccola immagine del “medico dei poveri” e la mostrò alla figlia. Estefanía lo riconobbe senza esitazione.
Da allora la devozione della famiglia Saturno-Rizzuti è diventata parte integrante della loro vita. Dopo aver lasciato il Venezuela, Estefanía e sua sorella si sono trasferite con i genitori nel sud Italia, a Marina di Camerota, dove oggi vivono. «Non c’è giorno che non lo ringrazi – racconta la sorella – perché se siamo qui, è anche grazie a lui».
La canonizzazione di san José Gregorio Hernández ha per loro un significato profondo, quasi personale. «Per noi non è solo un santo, è parte della nostra storia – spiega Estefanía –. Quando oggi il Papa lo ha proclamato santo, ho sentito che quel miracolo, vissuto da bambina, trovava finalmente compimento».
Una storia di fede che unisce due terre lontane — il Venezuela e l’Italia — attraverso il filo invisibile della speranza e della gratitudine. E che oggi, con la santificazione del “medico dei poveri”, trova la sua più luminosa conferma.
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