Fatture false per giustificare fondi Ue, nei guai società e dipendenti pubblici del Cilento

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Fatture false per giustificare fondi Ue, nei guai società e dipendenti pubblici del Cilento

La guardia di Finanza di Sapri, dopo varie indagini coordinate dalla Procura regionale della Corte dei Conti di Napoli, ha eseguito un sequestro conservativo di beni per 4 milioni di euro. L’indagine è partita per controllare eventuali irregolarità collegate all’erogazione di contributi agevolati. Questi soldi, secondo i militari guidati dal tenente Ciro Fanelli, sarebbero finiti nelle casse di due società del Cilento. Si tratta della Norit Srl di Santa Marina, nel golfo di Policastro, e la Ittica Alento Srl di Ascea. Entrambe operano nel settore della pesca e dell’acquacoltura. Queste società erano riuscite ad aggiudicarsi quattro finanziamenti Sfop (strumento finanziario di orientamento della pesca) di natura comunitaria tra gli anni 2007 e 2008. I fondi erano stati erogati dalla Provincia di Salerno nell’ambito del Por Campania 2000-2006, il cui obiettivo primario è il conseguimento degli obiettivi della politica comune della pesca. Alla fine delle indagini la Fiananza ha inviato un report alla Procura regionale della Corte dei Conti di Napoli, per evidenziare un danno quantificato 3’887’512,22 di euro, corrispondente all’importo complessivo dei finanziamenti erogati. Il sostituto procuratore generale, Francesco Vitiello, ha promosso un provvedimento cautelare a garanzia delle ragioni risarcitorie vantate dall’erario nei confronti dei responsabili. Il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Campania ha quindi emesso un decreto di sequestro conservativo pari alla cifra del danno, calcolato dalla Finanza, nei confronti dell’amministratore e legale rappresentante delle due società, oltre che ideatore e principale soggetto attuatore del meccanismo fraudolento, e nei confronti di due pubblici dipendenti e di altri due liberi professionisti che avrebbero agevolato e garantito l’esito dell’illecita percezione. «Questi ultimi – secondo gli inquirenti – attraverso il sistema delle false fatturazioni, hanno fatto finanziare opere mai eseguite o eseguite solo in parte, pertanto inidonee a giustificare la spesa asseritamente sostenuta e mancanti gli obiettivi stabiliti dalle risorse comunitarie, come la creazione di posti di lavoro, la competitività tra imprese e la crescita economica, con ulteriore strascico di degrado ecologico e sociale».

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