Dieci coltellate per uccidere il padre: mamma ha Alzheimer non ricorda nulla. Venerdì autopsia

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Dieci coltellate per uccidere il padre: mamma ha Alzheimer non ricorda nulla. Venerdì autopsia

Due sere fa una tragedia ha scosso il rione della Pace di Eboli dove Vincenzo Santimone, 47 anni, ha ucciso il padre, Riccardo, con oltre dieci coltellate. La furia omicida, avvenuta nella loro abitazione in via Bartolo Longo, ha lasciato la cittadina inorridita, mentre emergono dettagli sconcertanti sulla vita di Vincenzo.

Il quadro dell’omicidio rivela una violenza inaudita, con colpi inferti al torace, all’addome e alla schiena del padre. Tuttavia, il contesto di questa tragica vicenda diventa più comprensibile alla luce delle sofferenze mentali di Vincenzo. Il 47enne soffriva da anni di allucinazioni e manie persecutorie, sentendosi costantemente seguito e minacciato.

Le autorità riferiscono che Vincenzo non ha mai ricevuto cure adeguate per le sue condizioni psichiche. Le prescrizioni dell’Istituto di Igiene Mentale sono rimaste inapplicate, nonostante gli sforzi di diversi specialisti. Vincenzo, pur avendo bisogno di aiuto, ha continuato a vivere una vita apparentemente normale, frequentando amici e ignorando le raccomandazioni mediche.

La lite fatale tra padre e figlio è esplosa martedì sera, quando Vincenzo ha attaccato il padre con un coltello da cucina, infliggendogli ferite mortali. I vicini hanno sentito un urlo durante la violenta discussione, seguito da un silenzio sinistro.

La madre di Vincenzo, affetta da Alzheimer, non è in grado di fornire testimonianze, lasciando solo la confessione di Vincenzo come prova dell’aggressione. Il 47enne è stato arrestato con le mani insanguinate e ora è detenuto al carcere di Salerno, accusato di omicidio volontario.

Le fragilità di Vincenzo erano conosciute dalla famiglia e dagli enti locali, che avevano praticato recentemente un trattamento sanitario obbligatorio. Tuttavia, gli sforzi di aiuto da parte del padre e dei servizi medici sono risultati vani, poiché Vincenzo non ha mai seguito in maniera sistematica le cure farmacologiche raccomandate.

Riccardo, 76 anni, il padre vittima dell’omicidio, aveva dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia. Aveva assistito Vincenzo anche in passato, quando il figlio aveva tentato il suicidio nel 2018. Nonostante le difficoltà, Riccardo aveva continuato a prendersi cura della moglie malata.

La comunità di Eboli è sconvolta da questa tragedia, mentre gli investigatori cercano di comprendere appieno le dinamiche dell’omicidio. L’avvocato difensore di Vincenzo ha annunciato di appellarsi all’incapacità di intendere e di volere del suo assistito.

Venerdì prossimo si terrà l’autopsia su Riccardo Santimone, mentre le indagini sono coordinate dai carabinieri di Eboli, sotto la guida del capitano Greta Gentili. Nel frattempo, la comunità si interroga su come poter migliorare l’assistenza alle persone con problemi mentali, sottolineando l’importanza della salute mentale nella società odierna.

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