È entrato ufficialmente in vigore il Decreto-legge n.175 del 21 novembre 2025, recante “Misure urgenti in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili”. Il provvedimento introduce una disciplina innovativa e più stringente sulle aree idonee alla realizzazione di impianti a energia rinnovabile, definendo limiti, opportunità e obiettivi energetici che ogni regione dovrà raggiungere entro il 2030.
Aree idonee e nuovi vincoli
Tra gli elementi più rilevanti del decreto vi è l’introduzione del vincolo di distanza minima di tre chilometri dai beni culturali sottoposti a tutela, una norma pensata per garantire la compatibilità paesaggistica e la protezione del patrimonio storico nazionale.
Allo stesso tempo, il decreto incentiva l’utilizzo di aree già compromesse dal punto di vista ambientale, come cave dismesse, aree industriali degradate e superfici già artificializzate, ritenute particolarmente idonee ad accogliere nuovi impianti fotovoltaici o eolici.
Impulso all’agrivoltaico
Un altro pilastro del provvedimento è la valorizzazione dell’agrivoltaico, ossia l’integrazione tra produzione agricola e produzione di energia solare. Il decreto riconosce questa tecnologia come strategica, prevedendo criteri semplificati e un iter autorizzativo più rapido per gli impianti che garantiscono la continuità delle coltivazioni e il rispetto delle attività agricole tradizionali.
Obiettivi regionali al 2030
Il testo fissa inoltre target di produzione da fonti rinnovabili per ciascuna regione, da raggiungere entro il 2030 in coerenza con il Piano nazionale di Transizione 5.0. Le regioni saranno chiamate a individuare, entro tempi brevi, le aree idonee sul proprio territorio e ad adeguare i rispettivi strumenti urbanistici ed energetici.
Una spinta alla transizione energetica
L’intento del Governo è quello di accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, definendo un quadro normativo più chiaro e allo stesso tempo più rispettoso dell’ambiente, del paesaggio e delle attività produttive. Il nuovo decreto rappresenta un nodo cruciale per conciliare le esigenze di tutela del territorio con la necessità, sempre più urgente, di aumentare la produzione nazionale da fonti pulite.
Nei prossimi mesi, sarà il confronto con regioni, enti locali e operatori del settore a determinare l’efficacia delle misure introdotte e la capacità dell’Italia di avvicinarsi agli obiettivi energetici europei.




