Recuperare l’importanza delle piante aromatiche nella nostra gastronomia

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Recuperare l’importanza delle piante aromatiche nella nostra gastronomia

In questo periodo che tanto si parla, con nostro vanto, del riconoscimento ottenuto dall’Unesco per la “Dieta Mediterranea” come bene immateriale, sarebbe importante anche richiamare, in questa dieta povera di grassi, al valore sia saporifero che salutare, delle piante aromatiche. Il Salernitano ha un’altro grande vanto, quello della prima Scuola Medica di prestigio internazionale, che assorbì, in un intersecarsi di scienza e sperimentazione, le tante esperienze delle donne del territorio, abituate a prendersi cura dei vari membri della famiglia ed avendo dimestichezza con le piante selvatiche e dell’orto da loro coltivato. Tali donne furono chiamate “Saghe”, in un misto di bravura coltivata con l’esperienza quotidiana che faceva anche pensare a doti di maghe!! In seguito furono anche considerate streghe e perseguitate. Ben riconobbero i medici di tale Scuola il valore di tali conoscenze empiriche! Oggi, abituati a fare con facilità uso di medicine di sintesi chimiche e travolti dalla mancanza di tempo, trascuriamo ed abbiamo dimenticato tali fondamentali conoscenze. Nel maggiore recupero della “Dieta Mediterranea” dovrebbero essere richiamati anche i poteri delle piante aromatiche, almeno in gastronomia, impreziosendo i piatti salutari semplici, quale valore aggiunto per il sapore ed il potere salutare, ma naturalmente nell’aggiunta di specifiche piante aromatiche, ciascuna idonea ad uno stato di ciascun individuo. Gli uomini antichi ben conoscevano tali poteri e nell’etimologia dei nomi di queste piante, nei miti, nelle leggende, vengono dichiarati.  Sapere come alimentarsi è fondamentale per il giusto equilibrio fisico, per mantenere uno stato di salute. Queste umili piante aromatiche, poichè non hanno prezzo che interessa il mercato, sono trascurate e non considerate, magari solo qualcuna si usa per dare maggior profumo ad una pietanza, senza conoscere la loro influenza sul metabolismo umano.
“Cur morietur homo cuius salvia crescit in horto?” Era il famoso motto della Scuola Medica Salernitana, nella convinzione che l’uomo che aveva nell’orto la salvia non  potesse morire!  La più nota è la Salvia Officinalis, spontanea nella regione mediterranea. La sua etimologia viene da salvus=sano(integro) che ricorda le sue virtù. Rafforza il sistema nervoso ed abbatte la febbre, affermava la prestigiosa Scuola Medica Salernitana. Abbassa lo zucchero ematico, quindi è importante per i diabetici. La medicina cinese l’adopera anche, in decotto, contro l’insonnia. Molti erboristi consigliano però le donne incinte ed in allattamento di evitare di ingerire questa pianta, poichè diminuisce l’afflusso del latte. Ottima la salvia nel pane, in focacce, ma anche in minestre e leguminose ed altro.
Attendiamo qualche ricetta per la Rubrica sull’argomento.

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